Border Men


Autore Messaggio
the living dead
Cthulhu
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MessaggioInviato: Sab, 19 Set 2009 15:03    Oggetto: Border Men   

Ho chiesto delucidazioni sulla lunghezza massima dei racconti da postare, e ho pure aspettato un mese. visto che nessuno ha risposto, io lo posto, nella speranza che qualcuno trovi una mezz'oretta per leggerlo.

è assolutamente amatoriale, fatto per un gdr nel mio forum, quindi non siate troppo duri con il mio modo di scrivere Smile


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Un uomo sta camminando per i corridoi di un fastoso castello ottocentesco.
Stendardi e vecchi quadri sono appesi alle pareti, reliquie antichissime, probabilmente tramandate da antenati di Anton.
In tutto questo arredamento stonavano decisamente un paio di cose, una televisione gigantesca, molto probabilmente sui 3 metri di lunghezza e 2 di altezza, appoggiata sul muro.
L’altra cosa era un tavolo con un computer, uno degli ultimi modelli, un Jek09, spento.
La televisione era accesa, al centro dello schermo c’era un uomo sulla cinquantina, con una folta chioma.
Anton pensò subito che avesse provato la lozione del Dottor Jekyll, ma che avesse esagerato, perché si vedeva chiaramente che quei capelli erano artefatti, finti.
Era inusuale vedere un telegiornale a quell’ora, per questo Anton aveva chiuso la multivisione, con 150 canali visibili su altrettanti quadratini.
Alzò il volume e si recò nell’altra stanza, dove c’era un altro elemento che entrava in contrasto con l’ambiente ottocentesco. Aprì il frigorifero e prese una bottiglia verde, con del liquido rosso scuro al suo interno.

-Apriamo questa edizione straordinaria per comunicare un evento increscioso e preoccupante per il futuro del Pianeta.
Una settimana fa il Dottor Jekyll è scomparso dal suo laboratorio, dove stava eseguendo degli esperimenti segretissimi.
La notizia è stata resa nota solo ora, anche se da tempo le voci su questo fatto erano insistenti, grazie ad un blog, aperto da quello che sembrava essere proprio Henry Jekyll. Qualche giorno fa è stato lasciato un post, contenente le seguenti parole:

“Dove è Jekyll?
Dove?
Border Men, dovrete scoprirlo presto, perchè il tempo sta per scadere.
Ovunque siate, sappiate che il caro dottorino non è con voi. Mentre, ovunque sia io, lui c'è.
Questo dovrebbe farvi capire chi sono io.
Sappiate che non sarà facile trovarmi, me ne starò ben nascosto.......”

Anton smise di ascoltare e trasalì, facendo cadere la bottiglia in terra. Immediatamente il vetro esplose, inondando il pavimento di sangue umano.

“Nascosto….Hyde!
Sei tornato, figlio di puttana!
E se sono già alcuni giorni che Jekyll è sparito, vuol dire che è ancora più grave dell’altra volta.”

Anton guardò l’ora su di un vecchio orologio a pendolo posizionato nell’angolo, mentre sentì dei colpi provenire dalla porta.
Andò ad aprire un gigantesco portone di legno, trovandosi davanti un uomo alto, con un ghigno decisamente poco raccomandabile.

-Ciao Anton.- esordì il nuovo arrivato. Indossava un lungo cappotto nero e dei pantaloni di blue jeans. Sembrava soffrisse le temperature che c’erano in quella zona della Romania.
-Ciao Dorian. Cosa c’è? Senza tutto quel pelo senti freddo?-
-Simpatico. Non potevo certo salire sull’aereo trasformato. Gli altri passeggeri avrebbero potuto insospettirsi.-
-Saputo di Jekyll?-
-Si, se è davvero Mr. Hide abbiamo un problema.-
-Già.-
-Mi fai entrare o mi lasci qui fuori a congelare?-
-Già. Io non sento il freddo, il sangue che ho bevuto ha riscaldato il mio corpo.-

Anton si scansò, per far passare Dorian. Si recarono nell’atrio, dove c’era la televisione gigante. Il giornalista stava ancora parlando, e i due fratelli si misero a sedere ad uno dei divani intorno ad un grande tavolo antico.

-Penso che stavolta non avremo scelta.- esordì Dorian. Non aveva mai avuto molto in simpatia il Dottor Jekyll, quindi Anton capì subito quello che voleva dire.
-Ci ho pensato anche io. La prima volta Hide è sparito dopo un giorno, ma stavolta sono già alcuni giorni che è in circolazione. Vuol dire che stavolta la trasformazione potrebbe essere permanente.-
-Già.- concluse Dorian. –Ma quando arriva la mummia?-
-Non lo so. Mi stupisco che non sia già qua, di solito è la più puntuale.-
-Sai, ho sentito che ultimamente lei e Jekyll si sono visti spesso. Sembra che ci sia di mezzo un sarcofago nuovo, che possa non solo ridarle le forze ma anche potenziare le sue capacità telecinetiche.-
-Sì beh, se è così potrebbe tornarci utile per capire cosa è successo. Io proporrei di aspettarla, e poi partire verso il laboratorio di Jekyll, a Londra.-

Proprio in quel momento, Anton avvertì degli altri colpi alla porta. Ed era proprio la mummia.
I due fratelli videro un taxi fermo davanti al castello, con un uomo che si guardava intorno, spaesato.
La mummia probabilmente stava influenzando la mente dell’uomo, per apparire una bella ragazza giovane, ma i due fratelli potevano vedere il suo corpo ricoperto di fasce, e il suo viso ricostruito da un intervento chirurgico finanziato proprio dal Dr.Jekyll. Entrambi la trovavano molto sexy, anche se sapevano che sotto le fasce c’era solo carne mummificata.

–Ciao ragazzi. Mi piacerebbe parlare di come sono andati gli ultimi 40 anni, ma stando a quello che ho sentito, non abbiamo molto tempo, vero?-
-E’ così, purtroppo. Io e Dorian siamo sicuri che la situazione è grave. Siamo giunti alla conclusione che dovremo uccidere…-
-Secondo te cosa intendevo quando ho detto che non abbiamo molto tempo?- lo interruppe la ragazza. Anton restò a fissarla, con sguardo spento. Nell’animo poteva anche essere rimasto sorpreso di quella risposta, ma in superficie non emergeva nulla.
-Ok bellezza, allora immagino che dovremmo prepararci a prendere un aereo, giusto?-
-Immagini bene, lupo.- disse con fermezza. –Il taxi ci porterà all’aeroporto.-

Detto questo, si avviò verso la vettura, riprendendo a sorridere all’indirizo del tassista, che sorrise di rimando.

-Anton, anche noi siamo morti e ci siamo svegliati in una tomba, ma non per questo andiamo in giro a sfoggiare questo caratteraccio. E poi, dopo tutti questi anni, non ho mai capito perché ci aiuta. Non ha bisogno degli umani per sopravvivere, come te, me o Frankestein. Io li devo mangiare, tu devi bere il loro sangue, Frankestein ha bisogno dei loro corpi, per questo dobbiamo salvare il genere umano dall’estinzione.
Ma lei che motivo ha in tutto questo?-

-Lei era una principessa, aveva tutti ai suoi piedi. Era abituata ad essere rispettata da chiunque. Una regina senza un popolo è come un vampiro senza sangue, o un licantropo senza carne umana...o il robottone senza pezzi di ricambio. Le servono per sentirsi minimamente viva.-
-Da come ne parli, sembri innamorato.-
-Non dire idiozie, il mio cuore è morto da quasi un secolo. Anche volendo, non potrei mai innamorarmi di nessuno. Stavo solo constatando.- rispose Anton, per nulla stizzito.
-ALLORA RAGAZZI, VI MUOVETE?- urlò sporgendosi dal taxi.
-Non capirò mai perché Frankestein se ne era innamorato.- disse Dorian sottovoce, visto che si stavano avvicinando alla vettura.
-I cuori che cambiava una volta alla settimana erano ancora vivi…- rispose Anton, quasi amareggiato.

Il viaggio fu molto lungo, e nessuno dei tre parlò.
I ricordi si succedevano nella mente di Anton. Era la prima volta dopo quaranta anni che usciva dal suo castello. Trovò tutto molto cambiato, e pensò che la perdita di Henry Jekyll fosse una delle cose peggiori mai capitate all’umanità.
La sua scomparsa si sentiva perfino qua, in Romania. Passando col taxi poterono vedere lo scompiglio che questo evento aveva portato nel cuore della gente. Negozi che chiudevano prima, persone che si abbracciavano piangendo e cercando conforto tra di loro…
Il Dottore aveva aiutato il mondo per tutta la vita.
E per continuare a farlo, aveva rovinato la sua.
Ricordava ancora il discorso avuto con lui, nel luglio del 1973. Li era rimasto talmente impresso che gli eventi presero vita nella sua mente.

-Anton, io non vivrò per sempre. Ho già 53 anni, e il mio cervello potrebbe iniziare ad accusare colpi. Ho paura che il giorno in cui non potrò più servire il mio pianeta si stia avvicinando. Ma forse ho trovato il modo di rimediare a questo problema.
Sto mettendo punto ad un siero che mi renderà immortale.-

Il fratello maggiore dei due Resmon trasalì a questa affermazione.

-No, non capire male. Semplicemente non potrò morire di morte naturale.- disse Henry, sorridendo. –il mio cervello continuerà a funzionare in eterno, il mio corpo pure.-
-E lo spirito?- chiese Anton, interessato.

Anche il suo corpo e il suo cervello funzionavano, ma lo spirito lo aveva perso il giorno in cui era stato morso, insieme al fratello, nella loro città natale, che ora non esiste nemmeno più. Erano andati insieme ad un locale, Dorian aveva fatto la proposta di matrimonio alla sua fidanzata, ma lo aveva respinto perché non lo amava abbastanza per impegnarsi tutta la vita.
Anton lo voleva tirare su.
Uscirono dal locale completamente ubriachi, dopo aver bevuto svariati litri di birra di malto. Furono seguiti da due persone più grosse fisicamente di loro. Non ci fu battaglia, in nemmeno venti secondi quei due bastardi avevano già infilato i loro denti e i loro canini nelle gole dei fratelli Resmon. Uno di loro era un vampiro, l’altro un licantropo.
Non li videro mai più, ma da quel giorno entrambi si resero conto di aver perso non solo la vita, ma anche qualcos’altro.

-Lo spirito? Ah ah…Anton, io sono uno scienziato. Non credo a queste cose. E poi, se funziona, se tra 30, 50 anni sarò ancora in vita e non sarò invecchiato, e se non ci saranno altri effetti collaterali, potrei anche decidere di diffondere questa invenzione nel mondo. Per allora, le colonie spaziali che sto iniziando a pianificare potrebbero essere operative, potremmo andare ad abitare nell’universo, creando una nuova umanità, immortale.-

Henry Jekyll non era mai stato il tipo d’uomo che pensa in piccolo, ma stavolta forse aveva esagerato.
Almeno così la pensava Anton.
Adesso erano arrivati al chek-in e i dipendenti della compagnia aerea non chiesero nulla ai tre. La mummia stava controllando le loro menti. Salirono sull’aereo e presero posto. Il volo era occupato, quindi scelsero tre persone che avrebbero dovuto scendere dal velivolo e loro scesero senza opporsi.
Nemmeno lì parlarono, e Anton tornò a pensare al passato.
Pensò a quando Henry completò la pozione e la provò.

Gli effetti della pozione trasformarono il Dr.Jekyll in un maniaco assassino, il più feroce di tutti i tempi. In una notte massacrò 300 persone. I Border Men arrivarono e cercarono di fermarlo.

-Finalmente siete arrivati, vi ho chiamato appena ho potuto.- esordì Frankestein. Il cuore era il suo unico punto debole e infatti si era fatto mettere una fascia di metallo che girava intorno al corpo, proprio all’alteza del cuore.

Non avevano mai capito perché, ma il cuore era l’ultima parte che Jekyll cambiava quando doveva sostituire i pezzi del mostro.
Poteva vivere senza di esso solo due minuti circa, dopo di che, anche se le altre parti del corpo erano vive, non sarebbero servite a nulla e sarebbero morte, insieme a lui.

-Cosa è successo?- chiese Dorian.
-Un’ora fa Jekyll ha provato a testare la pozione per non invecchiare.-

“E così l’hai fatto sul serio?” pensò Anton, ripensando alla conversazione avvenuta con il Dottore qualche mese prima.

-Poi, ha iniziato a cambiare. Non ho fatto in tempo ad avvertire la sicurezza, che se ne era già andato.- finì di raccontare Frankestein.
-Mostraci da dove è uscito.- chiese la mummia.

Fuori dal suo laboratorio si trovarono davanti una scia di cadaveri paurosa. Il sangue in terra copriva l’asfalto, facendo scivolare chi ci camminava sopra.

-Come facciamo a trovarlo?- chiese Frankestein. Aveva una mole enorme, alto sui due metri e pieno di cuciture su tutto il corpo. La faccia stessa era formata da due metà cucite tra di loro. Anton sperò che nessuno lo vedesse, altrimenti sarebbe morto d’infarto per lo spavento.
-Seguiamo i corpi.- rispose Anton.

Sulla strada non trovarono nessuna persona ancora in vita, ma dopo un chilometro sentirono delle urla, provenire da una strada comunicante con quella che stavano percorrendo.
Lentamente, Anton e Dorian iniziarono a trasformarsi.
Il muso del fratello minore si allungò, e lo stesso fecero le orecchie. Il corpo si ingrossò, con un orrendo rumore di ossa che si allungano e di muscoli che aumentano di volume.
E, ovviamente, i peli si cosparsero sul suo corpo, mentre gli occhi diventavano gialli. E per finire, le unghie di mani e piedi, e i denti, si ingrossarono e allungarono.
Quella trasformazione richiedeva sempre molte energie, Dorian sperò che le rimanenti bastassero per fermare Hide.
La trasformazione di Anton fu più semplice, ma immensamente più dolorosa. I secondi canini, posti un po’ più sopra a quelli che hanno tutti i normali esseri umani, scesero, sfondando molto lentamente un pezzo di pelle che li proteggeva e che si ricreava ogni volta che i denti tornavano indietro.
Anton ormai si era abituato a quel dolore e non se ne accorse nemmeno.
Però ancora non si era abituato al dolore provocato dalle ali, che esplosero fuori dai suoi fianchi, in un’esplosione di sangue e carne.
Le ferite si rimarginarono immediatamente, però il dolore della loro apertura fece assumere ad Anton una camminata claudicante per un po’ di metri.
Questa trasformazione era non solo più dispendiosa dal punto di vista energetico, ma anche molto più dolorosa.
Le ali si scrollarono di dosso gli ultimi lembi di carne rimasti e Anton spiccò il volo, sorpassando un edificio. in quella posizione, vide il Dr.Jekyll. O meglio, vide colui nel quale si era trasformato.
Gli occhi erano aperti al massimo delle capacità umane, la bocca allargata e aveva perso molti dei suoi capelli.
Visto l’allargamento della bocca, i labbri si erano rotti e sanguinavano, mentre gli occhi erano diventati rossissimi.
Le unghie si erano allungate, e proprio con quelle stava per dilania la gola di tre ragazzi, inginocchiati in terra in fila, che aspettavano solo la fine di quell’incubo.
Anton si buttò contro quello che in seguito avrebbero chiamato Hide, trascinandolo via di diversi metri.
Poi arrivarono anche gli altri, che fecero alzare i ragazzi e li fecero scappare via.
Evidentemente la mummia gli disse qualcosa e controllò le loro menti, perché se ne andarono urlando

-Vediamo chi arriva per primo alla fine della strada?-

E poi partirono a corsa.
Intanto Jekyll si era già rialzato, quando Dorian li si scagliò contro. Con un balzo però lo evitò, e il lupo andò a scontrare la sua testa contro il muro di mattoni, bucandolo in quel punto e cadendo poi a terra.
Frankestein lo afferrò alla gola e lo tenne fermo. La mummia provò a controllare la sua mente, ma l’individuo che si era impossessato di quel corpo scoppiò a ridere. Poi, tirò fuori un coltello dalla tasca e tagliò di netto un braccio alla creatura assemblata con pezzi di corpi umani. Evidentemente quel braccio stava andando in decomposizione e presto avrebbe comunque avuto bisogno di un ricambio. Quel che è certo è che quella mossa da parte del misterioso individuo, che poi con un calciò gettò a terra la mummia, aveva accellerato i tempi di questo trapianto.
Dorian si era rialzato da terra, ruggendo verso la luna piena tutta la sua rabbia, mentre Frankestein aiutava la mummia a rialzarsi e Anton prendeva posto accanto al fratello.

-Voi….so chi siete….ho letto nei ricordi di Henry e so tutto su di voi. Non ho argento con me, quindi non posso uccidere il lupo, però….ho un po’ di legno per il pipistrello troppo cresciuto.- disse Hide, raccogliendo da terra una sedia già rotta, buttata vicino ad un cassonetto della spazzatura.
-Che ne hai fatto di Jekyll?- chiese Anton con la sua voce vampiresca, molto più sibillina del normale.
-Jekyll….AHAHAH!!! Jekyll….sapete, è per colpa di quell’idiota che io sono in vita. Lui voleva vivere per sempre, e invece, indovinate un po’ a chi toccherà vivere in eterno?-
-Non te lo permetteremo!!!- disse Frankestein, gettandosi contro di lui.

Hide si scansò, e poi tagliò di netto una gamba all’avversario.
I suoi compagni trasalirono.
Frankestein si accasciò a terra, e Anton e Dorian si dettero un’occhiata, e con un ruggito ed un urlo si lanciarono contro Hide, che provò subito a colpire il vampiro al cuore, ma Anton era troppo esperto e veloce per lui, e lo disarmò facilmente, con un colpo d’ala.
Dorian colpì l’uomo con una manata, spedendolo al muro. La mummia si stava avvicinando, e si ruppe la fasciatura all’avambraccio, lasciando intravedere l’eccellente lavoro di mummificazione che la aveva consegnata alla morte alcune migliaia di anni fa.
Infilò la mano nel braccio ed estrasse l’osso, senza cambiare minimamente la sua espressione facciale. La ferita si ricompose velocemente, e la mummia conficcò quella specie di coltello osseo nella spalla di Hide, ancorandolo al muro.
L’uomo, o la bestia, che dir si voglia, tirò un urlo che squarciò il cielo.
Dorian infilò le unghie nell’altra spalla, tenendolo fermo. Poi, avvicinò la faccia a quella di Hide, ringhiando e sbavandoli sul volto.

Anton si avvicinò.

-tre contro uno…per abitare nel corpo di Jekyll, sei proprio stupido.- disse.
-Non meriti questo involucro.- rincarò la dose la mummia. Dorian continuava a ringhiare e a digrignare i denti.
-Forza, uccidetemi. Cosa credete che mi importi? A proposito, non vi interessa sapere come sono nato? Io sono sempre stato dentro di lui. So perché l’ha fatto. Aveva paura di quello che avreste fatto voi senza la sua guida.
Per questo ha scelto di diventare immortale, di non invecchiare. Noi si è mai fidato di voi, pensava che eravate tutti delle bestie e che senza il suo controllo avreste preso le scelte sbagliate.-

I quattro Border Men si guardarono tra di loro per un po’.

-E dopo tutto questo, ti arrendi e ti lasci uccidere senza fare niente?- chiese Anton.
-Beh, ho storpiato il bestione, mi sono divertito tutta la notte estraendo cuori e tagliando gole…è così che mi sono sempre immaginato la mia ultima notte. Non ho rimpianti Ah Ah!!!- rispose, scoppiando a ridere.

Anton rimase quasi disgustato e preoccupato da quell’ultima frase. Anche dentro di lui c’era una vocina che diceva di uccidere e bere sangue, ma aveva sempre saputo tenerla a bada, tutto per merito del Dr. Jekyll.
E poi venne a sapere che Henry non si fidava di loro…No, non poteva essere…

-Dorian, mangiali la faccia.- si allontanò da Hide. –Ragazzi, salutate il Dottore.-
-NOOOOOOOOOO!!! ASPETTA!!!!!!- urlò Frankestein. –C’è ancora la speranza che Jekyll sia vivo. Un giorno mi disse che la pozione poteva avere degli effetti collaterali, e che non sarebbero durati più che qualche ora. Anche se non penso che prevedesse una cosa simile.
Proviamo a portarlo al laboratorio e a metterlo in gabbia.-

Quella fu una decisione difficilissima per Anton, che per la prima volta sentì il peso della responsabilità sulle sue spalle, come se fosse stato eletto a capo dei Border Men, con una qualche elezione segreta a cui lui non aveva partecipato e di cui non aveva saputo niente fino a quel momento.

-Va bene, proviamo.- si voltò verso il fratello. –Dorian, fai in modo che ci segua senza creare problemi.-

Dorian sembrò sorridere, digrignando i denti.
Poi, la mummia si staccò delle altre bende dal corpo e legò le mani ad Hide, tappandoli anche la bocca. Adesso, nessuno sarebbe stato capace di liberarsi.
Dorian lo afferrò da dietro, puntandoli le mani verso il cuore e facendo sentire le unghie nella carne.
Adesso, nessuno ci avrebbe nemmeno provato.
Senza accorgersene, il volo era atterrato a Londra. Presero un taxi per arrivare al laboratorio.
C’era un gran servizio di sicurezza intorno, e la mummia usò ancora i suoi poteri per convincerli a farli passare.

“Certo che ha incrementato molto i suoi poteri, forse era vero che Jekyll le aveva costruito un sarcofago speciale.”

Una volta entrati nel laboratorio, tutti i poliziotti se ne andarono, e così poterono aprire con facilità il passaggio per il vero laboratorio del Dottor Jekyll.
Anche le guardie erano in depressione. Non riuscivano a venirne a capo, nel laboratorio non c’era nessun indizio visibile, e con tutti gli appunti che c’erano, avrebbero avuto lavorare per settimane solo per capire di cosa parlavano.
Inoltre, non c’erano segni di scasso, né di lotta. Tutto sembrava perfettamente normale.
Si diressero verso una parete, dove c’era un quadro raffigurante Richard Nixon. Lo spostarono, e dietro al dipinto c’era una tastiera numerica. Anton compose le seguenti cifre:

1-0-8.

Poi, sul muro divenne sempre più visibile una frattura, e si aprì una porta.
I tre scesero delle scale, che portarono ad un lungo corridoio, che a sua volta conduceva ad una porta. La aprirono ed immediatamente si resero conto che c’era una gran confusione, si vedeva che c’era stata una lotta feroce.
C’erano computer distrutti, pareti dalle quali l’intonaco era venuto via e altre che erano state bucate o sfondate del tutto.
Nell’aria c’era un pesante puzzo di carne in putrefazione.
Riverso sul pavimento c’era Frankestein, con il cuore in mano.
La fasciatura di metallo che lo proteggeva era stata tolta e giaceva accanto al corpo del defunto.

-Hide sarà fuggito dall’altro ingresso del laboratorio.- sentenziò Dorian.
-Si, ma ora la domanda è un’altra. Chi lo ha aiutato?- chiese la mummia.
-Cosa vuoi dire?- rispose Anton.
-Ricordate lo scontro nel vicolo? Hide non sarebbe mai riuscito a strappare via la protezione di metallo e a trafiggerli il cuore senza farsi uccidere. Hide era veloce, resistente, ma non aveva questa forza.- spiegò la ragazza.
-Quindi stai dicendo qualcuno di noi lo ha aiutato?- chiese Dorian.
-Mi sembra evidente.-
-Ma chi di noi?- chiese Dorian.
-Non lo so, non ne ho idea. Sospetto di voi così come voi potreste sospettare di me. Ma con questo clima andremmo poco lontano, quindi limitiamoci a guardarci le spalle e a cercare degli indizi.-
-Sospetti di noi? Sei tu che hai incontrato Jekyll più volte nelle ultime settimane, io è da quando è successo quel casino con Hide che non lo vedo.- ribattè furioso Dorian.
-Allora è vero?- chiese Anton.
-Sì. Ho avuto bisogno di un altro sarcofago, uno più potente. Ma l’ultima volta che l’ho visto era sempre normale. Nessuna traccia di Hide. E il mio sarcofago è a casa, funzionante, quindi non avevo altri motivi per tornare qua.-

I tre si guardarono a lungo, per cercare un qualsiasi segno di colpevolezza o di cedimento negli occhi degli altri.
Poi, Anton si diresse verso un’altra stanza, dove 40 anni prima aveva visto Hide ritornare Jekyll.

Hide perse conoscenza, e per un attimo Anton pensò che fosse morto. Ma lentamente la sua faccia ritornò ad essere identica a quella di Henry.
Il Dottore riprese immediatamente i sensi, e il suo corpo subì delle scosse, come se stesse avendo una crisi epilettica.

-Fermo Jekyll. Fermo. È finito, è tutto finito.- provò a dire Anton, ma non servì a nulla. Per i successivi 15 minuti continuò a tremare. Un attacco simile sarebbe stato fatale per un uomo della sua età, ma non per lui.

Era un segno, la pozione aveva avuto effetto, e adesso era impossibile per lui morire di morte naturale.

Più tardi, i due riuscirono a parlare. Jekyll non volle discutere di quello che aveva fatto, però Anton aveva bisogno di sapere qualcosa.

-L’altro ha detto che non ti fidi di noi, e che è per questo che sei voluto diventare immortale. Per controllarci.-
-Non la metterei proprio così. Tu sai che sono un perfezionista. E preferisco sempre svolgere io stesso i lavori, o perlomeno avere completo controllo della situazione. Per questo volevo vivere in eterno. Non mi è mai sfiorata per la testa l’idea che voi senza di me avreste potuto fare dei massacri o avreste potuto sterminare gli esseri umani, semplicemente volevo essere presente per aiutarvi, quando fosse stato necessario.- cercò di fare un sorriso, ma la bocca faceva ancora troppo male.

Anton decise di crederli, anche se non era stato molto convincente. Ma dentro di lui qualcosa li diceva che poteva fidarsi.

-Anton, devi promettermi una cosa.- implorò Henry.
-Cosa?-
-Se dovesse capitare nuovamente una cosa del genere, voglio che tu mi uccida.-

Anton rimase attonito a quella richiesta, ma la accettò, sperando di non doverla mai accontentare.
Insieme decisero di far prendere la colpa ai Border Men, e che si sarebbero accollati tutte le morti. L’individuo che si era preso il corpo di Jekyll assunse il nome di Hide, proprio perché sarebbe dovuto restare nascosto a tutti, consentendo al Dottore di mantenere la fiducia della gente in lui.

-Anton, guarda che ho trovato.- disse Dorian, passando al fratello un biglietto e facendolo tornare al presente.

“Salve Border Men. Tutto sembra essere ricominciato da capo, non è vero? E proprio perché è ricominciato da capo, vi invito nella mia residenza attuale. Proprio dove ci siamo scontrati 40 anni fa, c’è un magazzino abbandonato. E, sorpresa, c’è pure una botola che porta al sotterraneo. Io sono lì. Vi assicuro che sarà un faccia a faccia amichevole e cordiale, quindi vi aspetto. Io sarò ad aspettarvi, quindi non vi resta che raggiungermi.”

-Non è firmato ma è sicuramente lui.- disse Anton.
-Dovremo andare?- chiese Dorian.
-Sì. Siamo in tre, lui uno solo. Dubito che abbia un complice insieme a lui, se ha veramente un complice è tra noi, quindi dovremo solo guardarci le spalle.- lo disse guardando la mummia, sperando che avesse una qualche reazione.

Ma non successe nulla.
I tre andarono quindi al magazzino. Trovarono quasi subito la botola di cui parlava il messaggio e scesero nel sotterraneo. Dopo un paio di corridoi trovarono una porta, che conduceva ad un’area piuttosto ampia.

“Ideale per uno scontro” pensò Anton.

Non c’era nessuna traccia di Hide.
Anton si vide passare accanto la mummia, che era stata lanciata contro il muro.
Si voltò all’istante, in tempo per vedere Dorian prenderlo al collo con forza e iniziare a trasformarsi.
In pochissimi secondi, un lupo mannaro stava ringhiando all’indirizzo del fratello, che riuscì a liberarsi con un calcio. Anche Anton si trasformò. Ormai non avvertiva più dolore nemmeno per l’uscita delle ali, che avvenne comunque in un’esplosione di sangue e pelle.

-Allora sei tu il complice di Hide!- sentenziò Anton.

Dorian non poteva parlare in quello stato, ma l’evidenza di quell’accusa si materializzò quando si gettò contro Anton, che non potè fare altro che cercare di attutire il colpo, senza riuscirci. Il fratello lo prese nello stomaco con la forza di un treno merci, sbattendolo al muro. Dorian lo colpì ripetutamente al volto, sfigurandolo con le unghie.
Anton provò una reazione, conficcando un’artiglio dell’ala destra nella testa del fratello, che si scansò all’ultimo secondo.
L’artiglio si conficcò nella spalla, e Anton velocemente cinse il corpo di Dorian con le ali, bloccandolo.
Anton lo esortò a trasformarsi nuovamente in uomo.
La mummia giaceva ancora inerte al terreno. Il colpo contro il muro l’aveva stesa.
Dorian non si trasformò, però cacciò un ringhio ferocissimo, e si liberò mordendo le ali e squarciandone una.
Anton si ritrovò con uno squarcio nell’ala destra, e quindi tirò fuori dalla giacca una delle armi che si era portato dietro dalla sua casa. Un coltello con la lama molto lunga.
Si capiva subito che proveniva dalla sua casa, sembrava antichissimo e sarebbe stato un perfetto oggetto d’arredamento.

-E’ argento. Se te lo pianto nel cuore, morirai.- disse con fatica Anton. Lo scontro col fratello lo aveva provato incredibilmente, ed era pure con un’ala a mezzo servizio.

Dorian però non sembrò sentirlo e si riavvicinò al fratello, che provò a piantarlo nel cuore del lupo, che con una manata fece perdere la presa al vampiro.
Poi, Dorian prese per una gamba Anton e lo gettò lontano, verso un altro muro. Prese la rincorsa verso Anton, che vide accanto a sé dei cavi. Guardò in alto e si rese conto che sostenevano dei sacchi di pietre, posizionate a diversi metri di altezza. Aspettò che Dorian arrivasse sotto ad essi e ruppe uno dei cavi, facendo cadere i sacchi addosso al fratello, in un boato che rimbombò nella stanza e assordò per un momento Anton.
Si rialzò lentamente, ma Dorian lo sorprese ancora, rialzandosi di scatto, scrollandosi di dosso le pietre caduteli addosso e ruggendo verso il vampiro, che vide il coltello ad almeno 10 metri di distanza nella direzione opposta.
Dorian riprese la rincorsa e Anton provò a volare. L’ala malridotta non si muoveva nemmeno, ma con un estremo sforzo da parte del maggiore dei fratelli Resmon, riuscì a darsi la spinta necessaria a librarsi nell’aria per un paio di metri di altezza, usando anche l’altra ala ed evitando così la carica del fratello. Anton allora si getto sul coltello e lo afferrò.
Dorian intanto aveva preso la spinta dal muro e si era lanciato sul vampiro, che si voltò in tempo e puntò il coltello verso il cuore del lupo.
La lama penetrò nel corpo del licantropo, che ululò di dolore e si accasciò a terra.
Anton piantò ancora più in profondità la lama nel cuore del fratello, che strabuzzò gli occhi e, lentamente tornò ad assumere fattezze umane. Poi Anton si avvicinò alle sue orecchie e bisbigliò qualcosa.
La mummia si rialzò in quel momento e assistè all’intera scena.
Anton quindi si diresse verso di lei.

-E’ finita. Dorian è morto, non c’era nessun Hide, stavolta. Molto probabilmente ha ucciso anche Jekyll.

Se è vero che esiste un destino, il mio era dunque quello di vivere più di cento anni, solo per uccidere mio fratello?- chiese Anton. Aveva un occhio nero, un’ala malridotta che riuscì a tornare dentro il suo corpo a fatica, e aveva diversi tagli sul volto. Inoltre, camminava in modo molto anomalo.

-Ti sbagli. Non su Dorian, lui è morto,ma non ha ucciso Jekyll. E ti sbagli anche su Hide.- rispose la ragazza, con la solita aria stralunata e vuota.

In quel momento, la porta da dove erano entrati si aprì, e fece il suo ingresso nella stanza anche Hide.
Era proprio come Anton se lo ricordava, solo con un aspetto un po’ più animalesco, quasi ingobbito.

-Ciao Anton, vedo che non te la passi tanto bene.- disse.

Anton cadde in ginocchio. Non aveva le forze per affrontare un nuovo scontro.

-Ma allora Dorian non era il tuo complice?-
-Quella bestia pelosa? Non scherzare, sai anche tu l’importanza di avere un buon complice, una persona con cui tu abbia qualcosa in comune.- lo disse abbracciando la mummia con un braccio. La ragazza si voltò a guardarlo, chiedendosi il perché di quel gesto, e cosa significasse.
-Tu e lei? Cosa avete in comune?-
-Vedi Anton, lei venne nel laboratorio del caro dottorino proprio il giorno in cui morì di vecchiaia.-

Anton era sempre più stupito. Sapeva di avere vita breve, però non voleva andarsene senza una spiegazione.

-Tieniti aggiornato, Quasimodo. Henry non poteva morire.-
-No, sbagliato! Vedi, io ho vissuto per 40 anni nel corpo del dottore. Il suo corpo non invecchiava, il suo cervello nemmeno.

Ma poteva comunque morire di vecchiaia. Ed è successo. Oppure mettiamola così: gli effetti collaterali si sono riacutizzati. Vedila come preferisci. Io preferisco pensare che il dottore sia morto per sempre. E una volta morto lui, ho avuto vita facile.-

-Ma perché non hai ripreso ad uccidere?-
-Sai, in 40 anni ho avuto un po’ di tempo per pensare. E sono cresciuto. I miei gusti sono cambiati. Diciamo che il punk dentro di me è cresciuto.
La mummia è arrivata dopo poche ore dal mio ritorno. Ha provato a fermarmi, ma ho avuto la meglio.
Però le ho proposto un accordo.
Lei, tra tutti voi, era l’unica che ammiravo.
Il vostro soprannome era decisamente azzeccato. Border Men. Uomini che vivono al confine.
Ed è quello che siete.
O meglio, è come vi vedete.
Tu e tuo fratello non vi sentite umani, né mostri.
Non volete vivere insieme agli umani, né comportarvi da mostri. Vivete al confine dei due mondi.
Frankestein era solo uno scarto di obitorio, o un insieme di scarti di obitorio, se lo ritenete più giusto. Si è opposto e ho dovuto ucciderlo.
Ma lei, questa mummia….non è come voi.
Era una principessa, una regina, regnava su un numero infinito di esseri umani, era nata per comandare e l’ha sempre saputo. Tornare alla vita, senza ricordarsi di quello che fosse stata, l’aveva come dire…..mandata in depressione.- Hide disse le ultime parole facendo il segno delle virgolette. –aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse a ricordare quello che era, e che la aiutasse a disfarsi di coloro che avrebbero potuto contrastarla.-
-Io e mio fratello.- concluse Anton.
-Bravo, vedo che i neuroni funzionano ancora.-
-Ma perché lo hai fatto? Non ti ricordavo come un tipo altruista.-
-Come ti ho detto, il punk è cresciuto. Non è detto che io viva per sempre, e non è con un paio di stragi che lascierò il mio nome nella storia. Però, riconsegnare al mondo una regina, potente e spietata, è un buon modo per cambiare il corso degli eventi, per sempre.-
-E tu, come hai fatto a convincere Dorian, brutta strega?- chiese alla mummia, che inclinò il capo.
-Pensavo ci fossi arrivato da solo. È stato merito del nuovo sarcofago che Jekyll mi ha preparato. Lo aveva ultimato prima di morire. E con quello, i miei poteri di telecinesi sono aumentati. Il piano era di convincervi a suicidarvi, però in aereo sono riuscita ad entrare solo nel cervello di tuo fratello, tu eri distolto da altri pensieri, e quindi ho dovuto cambiare il piano.-
-Cagna maledetta.- la offese Anton.
-E ora di morire, Anton. Però prima saluta la nuova regina della terra.- disse Hide.
-Sì beh, perché non provi a farmi fuori? Voglio avere almeno la soddisfazione di strappare un pezzo del tuo corpo.- Anton sputò del sangue mentre pronunciava queste parole.

Hide mostrò quello che aveva in mano: un paletto di legno e un coltello d’argento.

-Vediamo…tu hai ucciso tuo fratello quindi servirà solo il paletto AHAHAHAAH- Hide scoppiò a ridere, e anche Anton scoppiò in una risata. –Cosa ridi?- chiese.
-Eh eh….rido semplicemente perché sei un coglione!- rispose Anton.

Alle spalle di Hide e della mummia, Dorian si stava togliendo il coltello dal cuore, e si stava rialzando. La ferita si rimarginò subito. Il lupo gettò il coltello a terra, facendo voltare i due.

-Cosa?- chiese Hide.
-Mi ero accorto che c’era qualcosa che non andava in mio fratello. Non ha mai sopportato né Jekyll né Hide. L’unica che ti aveva visto ultimamente, per sua stessa ammissione, era questa cagna. Aveva pure ammesso che i suoi poteri si erano potenziati, quindi non era impossibile che controllasse la mente di uno di noi.- disse Anton.
-Avevi capito tutto?- chiese la mummia.
-Si beh, hai presente il coltello d’argento con cui ho ucciso mio fratello? Non era d’argento, e a quanto pare, non ha ucciso mio fratello. Inoltre, quando gliel’ho conficcato nel cuore, ho visto nei suoi occhi che era come se si fosse svegliato in quel momento. Gli ho detto soltanto di stare giù e di aspettare a rialzarsi.-
-Ed ora, come la mettiamo? Io non ho che qualche graffio, posso uccidervi anche da solo, se mio fratello ha ancora intenzione di restarsene inginocchiato.- lo schernì Dorian.

Anton si alzò prontamente, e i due fratelli si avvicinarono ai nemici. Hide sembrava meno pericoloso dell’ultima volta, mentre la mummia non lasciava trasparire alcuna emozione, come al solito. Era difficile capire se fosse spaventata oppure no.

-NO!!! NOOOOOOO!!!!- urlò Hide, che stava vedendo il suo piano sgretolarsi minuto dopo minuto.
-Che dici Anton, ti lascio questo pallido ricordo del vero Hide? La tua ala non mi sembra messa bene.- chiese Dorian.
-Volentieri, devo rispettare una promessa fatta tanto tempo fa.-

Lo scontro iniziò subito dopo.
Hide si lanciò contro Anton, che di solito sarebbe stato più veloce dell’avversario, però ora aveva le gambe malridotte, e Hide aveva mantenuto la sua velocità. Cercò di piantare il paletto nel cuore di Anton, che però si difese bene, scansandosi. Hide però lo colpì con un calcio alla caviglia destra. Il vampiro si piegò e nuovamente il nemico cercò di colpirlo al cuore. Anton bloccò il colpo con la mano e i due rimasero fermi in questa strana posa.
Dall’altra parte, Dorian stava cercando di colpire la mummia, che con la sua velocità però sfuggiva sempre ai colpi dell’avversario.
I due si allontanarono un attimo, giusto in tempo per Dorian di trasformarsi nuovamente e per la mummia di raccogliere il coltello d’argento che Hide aveva gettato poco fa.
Il lupo però evitò il colpo sferrato dalla ragazza, bloccandole le braccia proprio mentre Anton bloccava il colpo di Hide.
Dorian ringhiò verso la mummia, che ormai era conscia di stare per tornare nel regno dei morti. Il licantropo piegò la testa di lato come era solita fare lei, e poi aprì la bocca, inghiottendo la sua faccia.
Tutto il lavoro di ricostruzione fatto su quel volto andò perduto in meno di un secondo, per colpa dei denti di Dorian, che strapparono via metà della testa mummificata.
Poi fece cadere il corpo, dopo aver sputato la parte della mummia che li era rimasta in bocca.

-Puah! Vecchia di milioni d’anni, c’è da giurarci che era andata a male.- sghignazzò il lupo una volta tornato umano.

Contemporaneamente, Anton stava ancora bloccando il colpo di Hide. Poi, con uno sgambetto lo fece cadere, e prese possesso del coltello, finendo a cavalcioni sopra il nemico e spingendoli la lama verso il collo.

-Non mi puoi uccidere. Se mi uccidi, non saprai mai niente del tuo passato, del VOSTRO passato. Anton e Dorian, come credete che vi abbia conosciuto?
Come credete che abbia fatto a trovarvi poco dopo che eravate stati trasformati?- provò a salvarsi Hide, che però sembrava molto sicuro di sé, e per niente spaventato dalla probabile morte.

Anton si voltò verso il fratello. Erano entrambi molto sorpresi di queste parole.
Da una parte c’era la voglia di sapere qualcosa di più del loro passato, dall’altra la promessa fatta ad un amico.

-Anton, lo avevi promesso…- disse Dorian. –E poi sono convinto che sta bluffando.-

40 anni fa, Anton si era voluto fidare di Jekyll, quando li aveva detto di fidarsi di loro.
Per lui, Hide aveva mentito.
E anche stavolta non riusciva a crederli.
Anton piantò il coltello nel collo, spingendolo su fino agli occhi, impalando la testa del nemico.
Era finita.
Anton crollò a terra e il fratello andò a soccorrerlo.

-Pensi che sapesse qualcosa?- chiese.
-Non lo so. Ma del resto, non ci avrebbe mai detto niente, nemmeno sotto tortura.-
-Già. Quindi, ora che facciamo?-
-Dovremo dare la notizia della morte di Jekyll. Il mondo non reagirà bene. Ma prima, dovremo recuperare le energie.-
-Sono d’accordo. Però io voglio anche scoprire chi ci ha trasformati, e perché.-
-Anche io, ma abbiamo tempo per questo.-
-Sì, abbiamo tutta l’eternità…-
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