Il Vampiro Dimenticato


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Blue
Larva
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MessaggioInviato: Mer, 08 Lug 2009 16:08    Oggetto: Il Vampiro Dimenticato   

Raga, lo so che sono nuovo e ci conosciamo poco, ma ci terrei tantissimo a un parere di gente che come voi ne capisce, e non poco.
Ho scritto questo racconto tempo fa, e non so nemmeno se definirlo horror. Non abbiate paura a dirmi il vostro parere Wink

Il Vampiro dimenticato


La triste rassegnazione del Sole, completamente coperto da ammassi di nubi color medicinale
scaduto, aveva contagiato le misere creature che a passo lento e stanco strisciavano lungo le strette
vie del quartiere. I letti di chi si ostinava a voler dare un senso alla propria esistenza erano vuoti da
un pezzo, i loro sguardi spenti come tanti piccoli fari oscuri nelle larghe vie della città, i loro passi
ciondolanti ma allo stesso tempo frettolosi, il delirante ritmo del canto collettivo della non-vita.
Confusione. Illusione. Illusione di possedere un pezzetto del giorno, di poterlo prendere,
trasformarlo, lavorarlo. Questa era l’unica differenza con quelli che si trascinavano lungo le vie
della periferia cittadina. E umana.
La vecchia Ford grigia si andò a parcheggiare proprio sotto al palazzo più alto della zona, vicino a
una grassona dal muso stranamente ossuto, quasi consumato. I suoi occhi stanchi squadravano la
donna trascurata ma attraente che tentava di chiudere uno sportello semi deformato a causa di
un’idiota giovincella che non aveva assimilato il concetto della precedenza stradale. Dopo
l’ennesimo strattone lo sportello si chiuse e la ragazza raggiunse frettolosamente il citofono,
suonando un campanello senza nome.
<<Chi è?>>
<<Barbara Maselli, Capocronaca.>>
<<Quarto piano. L’ascensore non funziona.>>
Una volta nel portone, Barbara lanciò un’occhiata alle cassette della posta sfondate e alle scritte
oscene sui muri e si chiese che cazzo ci facesse lì. Prese le scale e incrociò un tipo magrissimo
dall’aspetto malsano, che le fissò il petto con un’espressione inebetita e restò lì a osservarle il
sedere che ondeggiava ben stretto nei Levi’s. Lasciandosi dietro quell’idiota sugli scalini ingialliti,
Barbara pensava al suo direttore nel suo ufficio pacchiano che faceva affari per telefono con
qualche magnaccia per piazzare la solita troia romena o polacca in copertina con pochi vestiti,
immaginava i commenti da porco e le risate, mentre lei correva sempre dietro a vecchie
rincoglionite che vedevano santi o a psicolabili convinti di essere stati rapiti dagli alieni. Otto anni.
Lavorava in quella rivista da sempre, praticamente da quando era diventata giornalista, subito dopo
la laurea in letteratura con lode. Si sentiva intrappolata senza possibilità di fuga in quel campionario
di annunci più o meno espliciti di puttane, di ninfomani che raccontavano le loro storie, di stupri
descritti nel dettaglio e di casalinghe pensionate scelte da santi e divinità quali custodi di profezie
apocalittiche. Ma all’affitto bene o male ci arrivava, e questa era l’unica ragione che la teneva
ancorata a quella antologia della feccia umana. E anche perché non le andava di ricominciare da
capo altrove.
Arrivata al quarto piano con un certo affanno, si sbottonò sotto il collo la camicetta rossa e bussò
all’unica porta senza targhetta. Le aprì quasi subito un uomo alto, scheletrico e dalla carnagione
giallastra. Sotto una massa informe e foltissima di capelli grigi la fissavano due occhi chiarissimi e
glaciali.
<<La aspettavo da mesi, come mai l’hanno mandata solo adesso?>>
<<Guardi, non dipende da me. Io…>>
L’uomo fece un inquietante sorriso, mostrando gli incisivi quasi anneriti.
<<Non importa, lei è qui adesso. Si accomodi.>>
Aveva una voce leggermente rauca e appena sussurrata, che lo rendeva ancora più inquietante.
Indossava una canottiera lercia e un paio di calzoni larghissimi tenuti su da un laccio. Puzzava. Un
misto tra sudore e qualcosa di decomposto. Barbara deglutì il caffè che le stava tornando su e seguì
l’uomo lungo il buio e stretto corridoio. C’erano dei quadri, ma non si riusciva a distinguerli per via
della scarsa luce. Una volta in cucina, Barbara fu fatta accomodare su un vecchio divano polveroso,
mentre il padrone di casa trascinava a fatica una sedia davanti a lei.
<<Deve scusarmi se non le offro nulla, ma non ho neppure caffè in casa. Non mi serve e non ricevo
mai visite.>>
<<Grazie lo stesso, ma non deve preoccuparsi, ho già fatto colazione. Piuttosto, mi spieghi perché
sono qui…>>
<<Capisco, lei deve essere molto impegnata. Arriviamo subito al punto…>>
<<Ecco… nelle numerose lettere che ci ha spedito lei dice di chiamarsi Ivan Maio…>>
<<E’ il mio nome…>>
<<Ma non c’è nessuna targhetta su porta, citofono…>>
<<Oh, non si preoccupi, le bollette arrivano lo stesso. Praticamente non ricevo altro. E quei postini
sgarbati sanno sempre a chi imbucare.>> Sorrise nuovamente.
<<Ok. Ma non è questo il punto. Nelle lettere, dicevo, lei sostiene di essere un… ecco… un
vampiro.>>
<<E’ la definizione più vicina alla realtà. Ma credo che non sia nemmeno questa. In fondo, chi lo sa
cosa siamo?>>
<<Domanda senz’altro interessante, ma non attinente. Mi spieghi, piuttosto, la faccenda del
vampiro. E soprattutto perché “Capocronaca” dovrebbe raccontare la sua storia.>>
<<In genere siete interessati a queste cose, o sbaglio?>>
<<Certamente, ma un minimo di attendibilità o almeno credibilità ci dovrebbe essere… O meglio,
voglio dire che non pubblichiamo esattamente tutto. Insomma, riceviamo migliaia di lettere ogni
settimana…>>
“e tutte scritte da pazzi come questo… Ma non poteva limitarsi a sbavare sulle tette in copertina, o
sulle tredicenni stuprate?”
<<Capisco cosa vuole dire, ma se mi dà la possibilità di spiegare… non voglio soldi, sia ben
chiaro.>>
<<Anche perché non ne diamo.>>
<<Dovreste. In fondo la gente vi riempie le pagine.>>
<<Apparire sulle nostre pagine soddisfa tutti quelli che ci vogliono raccontare la loro storia.
Pochissimi ci chiedono qualcos’altro in cambio. E va bene, cominciamo.>>
Barbara tirò fuori un taccuino e una penna da una borsa sbiadita e grande due volte la sua testa.
Lanciando una rapida occhiata alle pareti sporche e ai vestiti gettati come stracci su sedie e
pavimento, prese anche un vecchio registratore a cassetta, disperso da qualche parte nella borsa.
<<Sta riavvolgendo. Ci vorrà poco.>> Gli occhi glaciali dell’uomo continuavano a fissare i suoi,
mettendola quasi a disagio. Quasi nessuno ci era mai riuscito, fino a quel momento. Barbara smise
di giocherellare con le punte dei suoi lunghissimi ricci castani solo quando sentì il tac della cassetta.
Nemmeno da bambina aveva mai giocato nervosamente con i suoi capelli davanti a qualcuno.
<<E’ pronta, signorina?>> L’espressione dell’uomo era, a suo modo, raggiante.
<<Si, si certo.>> Celando una smorfia infastidita Barbara avviò la registrazione e raccogliendo il
fiato indirizzò lo sguardo sull’uomo. <<Dunque, lei sostiene di essere un vampiro. Ma intende
proprio un vampiro tipo Dracula?>>
<<Come ho già detto, secondo me non è la definizione più appropriata, ma dal momento che mi
nutro di sangue…>>
<<Mi perdoni, sarà una questione di immaginario collettivo, ma è davvero difficile immaginare un
vampiro che vive in una casa popolare in periferia...>>
<<Ah ah! Si, capisco cosa intende. Beh, la batterò sul tempo: crocifissi e aglio non mi fanno nulla,
non dormo in una cassa da morto, non ho delle amanti vampire che sbucano dal mio letto, se lo
ricorda quel film? Poi i miei canini sono di pochissimo più lunghi del normale, scommetto che non
se n’era neppure accorta…>>
<<In effetti no…>>
<<E che altro? Ah, la luce. Non mi uccide, ma la mia pelle e i miei occhi sono particolarmente
sensibili a quel dannato Sole. Non sono immortale né ultracentenario: quelli come me vivono, se
ben nutriti, una trentina d’anni in più a voialtri. Raramente si arriva oltre.>>
<<E lei quanti anni ha?>> Barbara adesso aveva la certezza di trovarsi di fronte a un povero pazzo.
Interessante, a suo modo simpatico, ma completamente fuori di testa.
<<Eh… settantadue, si può dire che io sia un vecchietto.>>
<<Complimenti, ne dimostra molto meno>>
<<E’ qui che si sbaglia. Dovrei sembrare un giovanotto!>>
<<In che senso?>>
<<Come le ridicole storie che avrà sentito su quelli come me, io ho bisogno di sangue per vivere.
Animale o umano, non fa molta differenza. E non dovrebbe, gli uomini sono animali, no?>>
<<Beh, si. Ma mi faccia capire bene: lei va in giro di notte alla ricerca di sangue?>>
<<Certo che no, ah ah!>> L’inquietante sorriso tornò sulle labbra dell’uomo. <<Non ho bisogno di
molta… nutrizione, per vivere e sinceramente non mi ci vedrei proprio ad aggredire a morsi
qualcuno. Con un litro di sangue posso tirare avanti anche un mese, cosa crede?>>
<<E come se lo procura?>>
<<Ho imparato a fare di necessità virtù, un po’ come tutti. Ho fatto il volontario in un’associazione
che promuove la donazione del sangue. Nessuno si accorge se ogni tanto sparisce una bustina. E
procurarsi sangue di animali è ancora più semplice, mi creda.>>
<<In quale associazione…>>
<<Lasci perdere, questo non glielo dirò mai.>>
<<Come preferisce…>> “Ma cosa crede, che non lo posso scoprire?” <<In ogni caso, penso che il
lettore si chiederà come mai un… vampiro… voglia uscire allo scoperto, così, all’improvviso…>>
<<Ecco la domanda da un milione di euro. Mi segua bene: io non godo di ottima salute, anzi,
diciamo pure che sono malato. Non mi resta molto tempo. Probabilmente non arriverò a festeggiare
due Capodanni. E dal momento che li festeggio sempre da solo, non è che sia una grande
tragedia>>.
<<Di cosa è ammalato?>> Barbara cercava di soffocare qualunque sentimento pietistico.
<<Non credo che esista un nome per la mia malattia. È una specie di intossicazione che mi ha
intaccato tutto il corpo.>>
<<Si è fatto visitare da qualche medico?>>
<<Che mi direbbe di cambiare dieta nel migliore dei casi. Non esiste una cura medica. Quello che
voglio far sapere alla gente, è che vivere nella mia condizione è veramente un’impresa, e quelli
come me a poco a poco stanno scomparendo tutti. Moriamo ogni giorno, ed è colpa vostra.>>
<<Cosa vuole dire?>>
<<Voglio dire che trovare cibo è già un problema, ma trovarne incontaminato è praticamente
impossibile. Voialtri non vi amate molto. Mangiate carne imbottita di schifezze chimiche e ormoni,
respirate aria inquinata, bevete alcol, vi drogate, vi imbottite di farmaci. Per non parlare degli
animali… Ma cosa credete, che tutto ciò non influisca sulla vostra salute?>>
<<Qual è il punto?>>
<<Il punto è che quel poco sangue che si riesce a rimediare non è commestibile. È disgustoso, e
quasi sempre avvelenato. Non parliamo poi dei raggi solari. Può scommetterci, mia cara, che ottanta
anni fa non erano così forti e pericolosi. Ci eravamo adattati al Sole, nel corso dei secoli, ma voi
state facendo sparire l’ozono...>>
<<Insomma, vuole dire che i vampiri starebbero morendo a causa dell’inquinamento?>>
<<E delle vostre abitudini. Certamente, stiamo morendo a causa vostra. La gente deve saperle
queste cose. Neanche a voi fanno bene, dopotutto. Quanti devono ancora ammalarsi prima che
iniziate a fare qualcosa? Cosa credete, che il tumore alla pelle, per esempio, sia solo un nostro
problema solo perché voi siete appena più resistenti?>>
Barbara iniziava a sentirsi confusa, e soprattutto delusa. Un paranoico che credeva di essere un
vampiro e che faceva prediche ambientaliste, stava perdendo il suo tempo. Il genere di storia da
cestinare. Niente prediche ai lettori, prima regola di “Capocronaca”.
<<Va bene. Direi che possa bastare.>> Spense il registratore.
<<Ma come, abbiamo già finito?>> La delusione era ben visibile nel volto del vampiro.
<<Sì. Sì. È più che sufficiente.>> Barbara si era già alzata.
<<Non è un po’ corta come intervista?>>
<<Guardi, non uscirà sotto forma di intervista, lei saprà che le pubblichiamo raramente.>>
<<Sinceramente non sono un vostro lettore. Finora, anche se con un ritardo non indifferente, siete
stati gli unici ad avermi risposto…>>
<<Già. Dicevo, comunque, che io proporrò la sua storia, ma non è detto che sarà pubblicata. La
decisione non è mia, purtroppo. Non posso farle promesse, spero possa capire.>>
<<Faccia il possibile. La prego.>> Gli occhi del vampiro erano pieni di un misto tra disperazione e
speranza.
<<Ci proverò. Grazie di tutto e buona giornata.>>
<<A lei.>>
Barbara scese velocemente le scale e una volta fuori da quell’orribile blocco di cemento settantiano
si sentì leggermente sollevata. Quell’uomo era un povero pazzo che non aveva nulla da darle. E
soprattutto, le stava facendo riaffiorare quel profondo senso di vergogna per sé stessa dei primi mesi
a “Capocronaca”, quando le facevano romanzare i racconti di poveri idioti convinti di essere
posseduti da qualche demonio o di vedere fantasmi. Prese il cellulare e cercò il numero del
caporedattore.
<<Pronto? Ho appena finito con quello… sì il vampiro.>>
<<Guarda, niente di tutto ciò. Mi ha detto che l’inquinamento sta uccidendo la sua razza…>>
<<Sì, sostiene che il sangue della gente e degli animali è infetto per quelli come lui, che il buco
dell’ozono sta facendo ammalare tutti i vampiri.. si.. si…vuole lanciare una specie di monito.>>
<<Ma certo che è disturbato, cosa credevi?>>
<<No, non sembra affatto pericoloso…cosa? Lui ha detto settantadue, ma ne dimostra almeno dieci
di meno.>>
<<Ok, va bene. E come lo riempiamo questo buco?>>
<<Di nuovo? Ma ne abbiamo parlato il mese scorso, non sarà troppo presto?>>
<<Ok, ok… ricordo l’indirizzo, ci vado subito… voi però chiamatela prima e avvisatemi se ci sono
problemi. A dopo.>> E fu così che il grido d’aiuto del vampiro fu dimenticato per una casalinga
cinquantenne che un mese prima aveva detto a Barbara, in lacrime, di essere stata rapita e stuprata
da alieni verdi. Chissà come stava adesso. I lettori se lo staranno chiedendo.
AL MIO SEGNALE SCATENATE L'INFERNO
Blue
Larva
Messaggi: 21
MessaggioInviato: Ven, 10 Lug 2009 18:38    Oggetto:   

Up. Ma fa così schifo da non scatenare nemmeno insulti? Twisted Evil
AL MIO SEGNALE SCATENATE L'INFERNO
Nekromonster
Tsathoggua
Messaggi: 1274
Località: Bassano del Grappa (VI)
MessaggioInviato: Ven, 10 Lug 2009 19:51    Oggetto:   

Molto bello sul serio, scorrevole e intrigante.
Il finale funziona, Wink Bello.
Blue
Larva
Messaggi: 21
MessaggioInviato: Sab, 11 Lug 2009 19:18    Oggetto:   

Sono contento che ti sia piaciuto. Apprezzo che qualcuno apprezzi (che gioco!) chi scrive sui vampiri senza parlare di cacciatrici aspiranti modelle, vampiri goth effeminati e le solite minchiate.
AL MIO SEGNALE SCATENATE L'INFERNO
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