Allora.
Dei vampiri malvagi rapiscono e uccidono decine di lesbiche, apparentemente senza motivo. La chiesa, preoccupata, invoca l’aiuto di Gesù, che si taglia i capelli, si mette i jeans e, aiutato dal wrestler Il Santo, dispensa cazzotti a tutto spiano contro i cattivi.
Amatorialità al 100%, e a guardarlo nel complesso non è che si tratti poi di un film tanto bello. Le musiche, perse tra uno swing ottantiano e qualche chitarra elettrica, sono insopportabili, e mancano i presupposti per parlare di regia e soprattutto di recitazione (davvero ridicola e indecente), e gli effetti speciali e gore sono da grasse risate.
Però.
Lo script costruisce una trama tanto stupida quanto graffiante, e traveste la blasfemia costantemente presente in un grido all’amore incondizionato con dialoghi brillanti e spigliati, spesso irresistibili. Sembra impossibile, eppure è vero.
Poi ci sono tonnellate di invenzioni, chicche demenziali e scene cult a non finire (Gesù vestito con la tonaca e le adidas che guida uno scooter, i seimila attrezzi usati al posto dei paletti di frassino per ammazzare i vampiri, croci fatte con i tergicristalli e volanti usati come frisbee, nunchaku fatti con le budella, giusto per dire le prime che mi vengono in mente)
Peccato per uno spirito cazzone davvero esagerato, perché con una regia più curata e una recitazione che si possa anche lontanamente definire tale, avremmo avuto tra le mani un cult indimenticabile.