Una riflessione sulla 'Razionalità' dell'horror


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jophiel
«Shoggoth»
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MessaggioInviato: Gio, 30 Mar 2006 10:25    Oggetto: Una riflessione sulla 'Razionalità' dell'horror   

Riprendo una notizia che Enea ha elaborato qualche giorno fa e che si era sedimentata nel mio inconscio:
"Suspiria non avrà un remake a stelle e strisce. Lo ha lasciato trapelare lo sceneggiatore Steven Katz con alcune dichiarazioni a Bloody Disgusting. Katz ha infatti confessato di avere grossi problemi nel rendere coerente la sceneggiatura e nel trovare idee credibili. La difficoltà più grande sembra affliggere proprio l'idea centrale del remake. Lo sceneggiatore non riesce a trovare una buona ragione per giustificare il fatto che delle streghe utilizzino una scuola di ballo come base per le loro nefandezze.
Di fronte a un forfait del genere si viene assaliti da sentimenti contrastanti. Da un lato fa piacere sapere che non vedremo uno scempio del classico di Dario Argento. Il fatto che ci si preoccupi di scrivere una sceneggiatura razionale di Suspiria può destare qualche preoccupazione: a suo tempo Argento se ne infischiò bellamente, preferendo basarsi sulla suggestione e sui virtuosismi di regia."


Personalmente mi sembra che l'obiezione di Katz sia piuttosto ribaltabile, ossia "perché delle streghe non dovrebbero utilizzare una scuola di danza coma base per le loro nefandezze...?" *
A parte questo, è triste vedere uno sceneggiatore appiattito sul modo di ragionare rozzo e pragmatico dei produttori americani...
Eppure lui che scrive avrebbe dovuto comprendere al volo che Argento non stava narrando una vicenda ma stava mettendo in scena un incubo (o se volete, una favola).

Ma aldilà di Katz, la riflessione che mi sento di fare è questa: la Razionalità, intesa come "senso comune riguardo la concatenazione di eventi legati da causa/effetto" deve funzionare sempre nel banale senso da supermarket codificato dai produttori americani?

A me sembra di poter individuare due tipi di razionalità:
1) la prima, che chiamerei "Conscia", è inerente alla storia come contenuto, al fatto narrato, e alla verosimiglianza logica delle situazioni (quella che amano gli americani);
2) la seconda, che chiamerei "Onirica", riguarda la sequenza di suggestioni concatenate per stimolare una reazione specifica: in questo caso la Paura.

In Suspiria Argento è riuscito a far paura utilizzando al meglio la razionalità Onirica. Ha scavato nel profondo della psiche. Ha letteralmente "costruito" un incubo, compiendo un'operazione estremamente razionale.

[Apro una piccola parentesi: l'operazione è complicata perché esiste un limite anche per la suggestione Onirica, cioè non si può raccontare qualsiasi fatto arbitrario per un lasso di tempo indefinito... Fulci ad esempio ha giocato la carta dell'incubo con "L'Aldilà", ma secondo me ha stiracchiato troppo sia la verosimiglianza sia la concatenazione degli eventi ed è caduto, proprio come è successo ad Argento con "Inferno". In entrambi i casi l'idea di base non poteva reggere una narrazione estesa come quella di un film intero: il loro intreccio era troppo debole. Mi chiedo se non avrebbero funzionato meglio come film a episodi...]


* Forse Katz immaginava una base "stile Goldrake", mah.
Nosce te ipsum
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jophiel
«Shoggoth»
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MessaggioInviato: Lun, 03 Apr 2006 09:33    Oggetto:   

Enea ha scritto:
Metafisica dell'Orrore
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Ragazzi, guardate che la didascalia di Enea era ironica! Rolling Eyes
Nosce te ipsum
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jeimz
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MessaggioInviato: Lun, 03 Apr 2006 11:30    Oggetto:   

Laughing Laughing Laughing

Vabbè, provo a dire la mia.

La cosa più preoccupante da news di questo tipo è il capire dove i produttori americani stanno portando le attuali produzioni cinematografiche horror. Le mie sono sicuramente considerazioni banali, ma rifiutare il remake di una pellicola perchè non si riesce a razionalizzare l'idea della scuola di danza infestata da streghe e poi inserire, chessò, l'eroe che con uno spillo uccide 34 vampiri in un colpo solo, sfruttando il riflesso del sole su di esso, mi fa venire i brividi. Davvero. Partire da situazioni in cui il pubblico può immedesimarsi ma poi lobotomizzarlo con trovate assurde solo per fare spettacolo lo trovo umiliante per l'intelligenza di ognuno di noi. Non so se esagero, ma a me dà l'idea di essere sondato per vedere fino a che grado di rincoglionimento (scusate il francesismo) possano spingersi, in modo da scendere ancora di livello la volta successiva. In fondo una buona idea è molto più difficile d realizzare (e soprattutto trovare) rispetto ad un grandioso effetto speciale (i soldi non sono un problema se il film ha successo).

Il tuo discorso sulla parte "conscia" e su quella "onirica" direi che è perfettamente azzeccato, ma a questo punto mi domando cosa intenda certa gente per razionalità...Perchè nutro il forte dubbio che il punto focale sia tutto qui. Se la nostra sensibilità è tanto diversa da quella di certi produttori allora tanto vale continuare a sperare nei pochi "matti" che propongono nuove soluzioni fregandosene del mercato. Oppure nello sperare che prima o poi la "massa" prenda coscienza di tutto questo e decida di ribellarsi. Ma forse mi sento troppo reazionario, stamattina...Rolling Eyes

Spero di non aver fatto troppa confusione, mi sento intimorito a postare in questa sezione! Embarassed Smile
-(UN)proud to be Sternennacht's Husband-

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jophiel
«Shoggoth»
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MessaggioInviato: Mar, 04 Apr 2006 09:45    Oggetto:   

jeimz81 ha scritto:
Se la nostra sensibilità è tanto diversa da quella di certi produttori allora tanto vale continuare a sperare nei pochi "matti" che propongono nuove soluzioni fregandosene del mercato.

Secondo me qui hai centrato il problema, che è quello della spinta "sovversiva" dei talenti che frantumano le regole del mercato.
Grazie a Dio esistono le produzioni indipendenti, che pur nell'esiguità dei mezzi seminano delle idee brillanti.
Nel giro di qualche tempo poi queste intuizioni vengono assorbite dal Mercato e diventano cliché, ma è inevitabile.
Per un autore con una visione "sghemba" e innovativa l'ideale sarebbe qualcuno che decide di produrti dandoti carta bianca e confidando solo sul tuo talento.
Per tornare all'esempio, mi viene in mente Dario Argento prodotto da Salvatore Argento (non ricordo se il padre o il fratello).
Nosce te ipsum
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stefano s.
«Hastur»
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MessaggioInviato: Mer, 05 Apr 2006 22:05    Oggetto:   

L'articolo di Enea è un ottimo spunto di riflessione sui meccanismi della produzione dei film. Il cinema è l'unica delle sette arti a coniugare l' "arte", appunto, alla produzione industriale: ci sono reparti, gruppi di lavoro, delle scalette di lavorazione, ci sono soldi investiti in vista di utili, c'è una gerarchia di comando, ecc.
Più si va in alto e più prevale il secondo aspetto perché più soldi si investono e più è difficile farli rientrare in cassa e quindi bisogna fare un prodotto svendibile a tutti.
Questo è un discorso difficilmente contestabile e che ormai tutti noi condividiamo, penso. Katz penso abbia fatto un'analisi lucida dei gusti del pubblico odierno: certi aspetti troppo "onirici", per usare il tuo termine, jophiel, non sono affatto graditi dal pubblico medio, se in più ci metti che Hollywood è in mano a ragionieri, avvocati e yes-men, la frittata è fatta.
Del resto anche i 'matti' dopo aver provato la grande industria e il grande capitale, non tornano mai indietro e finiscono col vendere l'anima al diavolo, sennò finisci come Romero che dai e dai, alla fine c'è cascato: la società produttrice è fallita e lui è rimasto fuori gioco per dieci anni.
L'indipendenza è buona per certi aspetti, ma per altri è persino peggiore della 'catena di montaggio' delle majors.
Che un produttore ti dia carta bianca sarebbe l'ideale, ma è molto difficile, purtroppo, a meno che non ti chiami Fellini. E di Fellini ce n'è stato solo uno.

Tornando, però, al tema: credo che tu abbia ragione jophiel, esistono due tipi di razionalità. C'è chi preferisce l'una e chi l'altra.
Devo dire che ultimamente sto diventando sempre più insofferente alla seconda, alla razionalità onirica, ma forse è perché non trovo più nessuno che la sappia 'coniugare' così bene come poteva fare un Argento con Suspiria o un Bava con Operazione Paura (per fare il primo esempio che mi capita in mente).
Ma forse è perché ultimamente sono molto più attento (o attratto) dalla psicologia dei personaggi, dall'analisi 'interna' più che 'esterna' (sono un po' rozzo, lo so...).
Del resto una razionalità solamente 'conscia' non porta da nessuna parte ed è alcune volte indice di sterilità, vedasi l'attuale panorama horror hollywoodiano, che è un copia-incolla generale.

Per quanto riguarda la tua parentesi. Be', di razionalità, anche se onirica, in Suspiria si può parlare, ma L'Aldilà è puro caos.
Il discorso che fai tu immagino valga più per Paura nella città dei morti viventi che effettivamente è un po' gobbetto, zoppica troppo e alla fine stramazza al suolo platealmente. Lì sì c'è un tentativo, anche se minimo, di seguire una 'trama' e la situazione sfugge di mano e il tutto appare slegato (o meglio: né troppo legato, né troppo slegato). Ma L'Aldilà io lo vedo come puro affastellamento di visioni oniriche (quello sì, ma non razionali Wink ) volutamente slegate, è una ricerca programmatica dell'incomprensibile, del surreale(più che dell'irreale e, quindi, dell'irrazionale). E, in questo, è paragonabile tranquillamente al primo Bunuel (che Fulci amava, peraltro): come definire altrimenti il finale de L'Aldilà: secondo me fa parte di un'ideale classifica delle Dieci Immagini più meravigliose (non mi viene altro termine) della storia del cinema.
Mormegil Darkblade
«Dark Samurai» Dark Samurai
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MessaggioInviato: Ven, 05 Mag 2006 14:04    Oggetto:   

Bellissima questa discussione. Mi sto dedicando all'argomento giusto in questo periodo.
In generale mi trovo pienamente d'accordo con quanto già detto: il cinema americano è,per così dire, vittima di un realismo estremo, come d'altronde lo è sempre stato. In generale infatti, il cinema Hollywoodiano è sempre stato molto razionale, basti pensare al classico horror "L'esorcista" (ne ho già accennato nella rece su "L'aldilà" per chi l'ha letta): nonostante si parli di eventi soprannaturali, lo si fa facendo bene attenzione a non discostarsi mai troppo dalla verosimiglianza, anche se questo può sembrare paradossale. Senza nulla togliere, ovviamente, al capolavoro di Friedkin, penso che questo possa essere preso da esempio di quello che faccia "paura" al pubbliaco medio: se una csa non è verosimile allora non è credibile indi non fa paura. Questo è secondo me in generale errato e lo spiego rifacendomi parzialmente alla "psicomagia" del Jodo: la realtà come noi la percepiamo è una visione solo parziale del mondo, e il modo dipensare razionale invece ci ha abituato a pensare il contrario. Non tutto può spiegare tramite una visione razionalistica. Basti pensare che della realtà fa parte anche il nostro io, il quale a sua volta inevitabilmente la distorce. Un film "razionalista" parla alla nostra parte cosciente e razionale del nostroio, ma comunica ben poco all'inconscio. Questo perchè l'inconscio parla un linguaggio diverso da quello dell'io cosciente e ormai questo è assodato. Per comunicare qualcosa all'inconscio bisogna parlare la sua lingua. Per questo ad esempio un film di Lynch o una pllicola surrealista ci trasmette emozioni già dalla prima visione anche se in quel momento non ne abbiamo capito la trama. Ma non basta questo. Spesso bisogna che lo spettatore "disponga il suo animo" (come direbbe Burke) in maniera tale da "accogliere" il film: per spiagarmi meglio mi rifarò nuovamente alla psicomagia. Perchè un atto psicomagico sia efficace, bisogna che il richiedente faccia esattamente quello che gli è stato prescritto, distaccandosi dal modo di pensare razionale e, quindi, rinunciando a chiedersi i motivi, a porsi domande e a mettere in dubbio le basi "scientifiche" con cui è stato prescritto l'atto. Anche in caso si sia diffidenti bisogna, per così dire, consegnarsi totalmente allo "psicomago" (ad oggi solo il Jodo). Così, di fronte a un film come Suspiria o come L'Aldilà bisogna consegnarvisi ciecamente durante la visione, mettendo da parte scetticismi e il nostro modo di pensare razionalistico. Insomma noi dobbiamo lasciare che il film si faccia vivere, che diventi il nostro mondo e che le sue leggi siano le nostre leggi. In questo modo, se il film è valido, conquisterà il nostro animo, e noi potremo provare emozioni che nel mondo reale non potremmo mai provare. Per dirla in breve, dobbiamo come addormentarci, come entrare in un sogno: in un sogno accadono le cose più impensabili, eppure noi proviamo emozioni... questo perchè, in sogno, la coscienza e il modo di pensare razionalistico si assopiscono e il sogno conquista in toto il nostro animo imponendoci le sue leggi.
galerius
«Fantasma» Fantasma
Messaggi: 2672
Località: Luserna San Giovanni ( TO )
MessaggioInviato: Ven, 05 Mag 2006 15:22    Oggetto:   

Ciò che scrivi è molto interessante, Mormegil, ma ha un po' l'aria di un discorso per 'iniziati'. Un lettore/spettatore comune - mi ci metto anch'io nel mazzo - è assai lontano da queste esperienze, che richiedono un certo tipo di sensibilità, un certo bagaglio di letture eccetera, e d'altronde, se viviamo in un mondo all'insegna della razionalità non possiamo pensare che l'atteggiamento di un pubblico indistinto possa cambiare facilmente.
Per quanto riguarda il dibattito razionalità/irrazionalità-onirismo, personalmente sono sempre affascinato dalla 'visionarietà', se ben dosata e realizzata, ma al tempo stesso...non c'è niente da fare : mi attendo una trama coerente, 'razionale' nel senso comune del termine. L'onirismo per me è una cifra stilistica, la conseguenza delle scelte di messa in scena della Paura da parte di un autore, insomma, non la sostanza. Un mezzo e non un fine.
Grazie, ragazzi !
_______________
- "L'amore per la donna è mobile come la Luna,
l'amore del fratello è saldo come le Stelle !"
- E Caino, allora...?
- Be', Caino...che c'entra Caino ? Caino era 'n delinquente...!
Mormegil Darkblade
«Dark Samurai» Dark Samurai
Messaggi: 333
MessaggioInviato: Sab, 06 Mag 2006 10:37    Oggetto:   

galerius ha scritto:
Ciò che scrivi è molto interessante, Mormegil, ma ha un po' l'aria di un discorso per 'iniziati'. Un lettore/spettatore comune - mi ci metto anch'io nel mazzo - è assai lontano da queste esperienze, che richiedono un certo tipo di sensibilità, un certo bagaglio di letture eccetera, e d'altronde, se viviamo in un mondo all'insegna della razionalità non possiamo pensare che l'atteggiamento di un pubblico indistinto possa cambiare facilmente.


Forse la mia impostazione non è stata delle migliori. Io non ritengo di essere un particolare "esperto". Quello che intendo dire è che di solito si è abituati a pensare che sia soltanto il film a doverci coinvolgere, dimenticandoci quanto sia importante anche il nostro atteggiamento mentale nei confronti del film. Se noi siamo razionalisticamente prevenuti su un film come L'Aldilà, cercando di interpretarlo esclusivamente a livello cosciente, non riusciremo a comprenderlo appieno. Se invece (è difficile da spiegare) ci disponiamoin modo tale che il film parli anche al nostro inconscio, ci lasciamo coinvolgere completamente dal film, allora potremmo provare anche esperienze diverse ad ogni visione. Io ora la metto qui pure come se fosse facile, ma non nego di avere spesso molte difficoltà io stesso a "disporre l'animo" nel modo migliore per la visione del film.
Snake Plissken
«Dagon»
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MessaggioInviato: Ven, 28 Lug 2006 01:31    Oggetto:   

Interessante topic, ma ritengo che l'obiezione di Kutz dal punto di vista della logicità sia infondata...un covo di streghe in una scuola di ballo con molte ragazzine a disposizione non solo è logico, ma assolutamente verosimile: pensate ai pedofili, che di solito lavorano in campi dove possono avere contatti con bambini come le scuole, le palestre etc...

Se avessi l'opportunità di parlargli, gli chiederei se ritiene più logica la trama di un film come Blade trinity oppure Buffy, dove la bocca dell'inferno è piazzata proprio sotto un liceo...
"questo film ha imposto il suo regista come l'erede diretto di Frankestein e Dario Argento..."

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breautality
«Segugio di Tindalos»
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MessaggioInviato: Ven, 28 Lug 2006 12:52    Oggetto:   

Incredibile! Mentre leggevo la questione postata da jophiel ho subito pensato anch'io ad un'analogia con la pedofilia!

Comunque è un bene che Kutz non c'abbia pensato e che abbia rinunciato in toto al progetto,essendo in america non mi sarei stupido di vedermi propinare come spiegazione il fatto che la scuola di ballo sia stata costruita sopra un antico cimitero indiano Laughing Laughing !!
La cosa sconcertante è il pensare che questa situazione sarebbe stata comunque considerata dal produttore molto più plausibile della trama originale (che vista secondo l'ottica di cuthbert,facendo un'analogia col mondo dei pedofili,è pienamente spiegabile)!
La spiegazione era già lì, essendo streghe avranno ben pensato che sarebbe stato possibile avere più vittime a disposizione se si fossero stabilite in una scuola piuttosto che nei pressi di una palude Rolling Eyes ... Cos'è?Doveva saltare fuori Argento alla fine del film per spiegarlo forse?
Qui il problema non è tanto il fatto che i produttori non vogliano scenografie inverosimili ma,ancora peggio,il fatto che vogliano che il pubblico debba pensare il meno possibile,che pensino che questo abbia bisogno di spiegazioni a tutti i costi... secondo me aveva paura che la gente,uscendo dalla sala,esclamasse:"che cazzata di film! Perchè mai delle streghe avrebbero dovuto stare in una scuola?!"
E' come se il target dei produttori non fosse la gente in generale ma quei tritamaroni ai quali non va bene un film se non riesce a comprenderlo appieno o se scorge un minimo di incongruenza o di inverosimiglianza.. di questo non posso che esserne felice se è riuscito ad impedire un remake di suspiria Very Happy !

Per quanto riguarda quanto scritto da jophiel non posso che condividere e ritenere che i film non debbano avere spiegazioni logiche a tutti i costi,molto spesso ha più valore un'atmosfera o una suggestione che il film è in grado di creare piuttosto che una trama inattaccabile.
breautality
«Segugio di Tindalos»
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MessaggioInviato: Ven, 28 Lug 2006 13:00    Oggetto:   

I tritamaroni di cui parlavo (sarà capitato anche a voi di averne incontrati al cinema) sono quelli che,come dice Mormegil,non hai MAI l'animo disposto alla visione del film e che entrano in sala con la predisposizione,al contrario, a demolire o deridere il film... anche dove non ce ne sia alcun motivo.
Una sorta di Beavis & Butt-Head 2 in 1!
Enea
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MessaggioInviato: Ven, 28 Lug 2006 23:03    Oggetto:   

Secondo me stiamo andando fuori thread. Mi sembra fuori luogo speculare sulla verosimiglianza dell'idea portante di Suspiria. Ogni spunto narrativo diventa verosimile se viene supportato da una storia che funzioni.

E una storia ben congegnata, a mio avviso, non è costituita da una banale catena di eventi collegati da rapporti causa/effetto. Quando un autore ha un'idea creativa, deve costruire un cosmo narrativo che la renda perfettamente coerente. La coerenza non deve essere necessariamente meccanicismo (quella che jophiel chiama "razionalità conscia"), si badi bene, e tantomeno aderenza con la realtà.

Nel caso specifico preso a esempio da jophiel, ritengo che Katz si sia trovato di fronte a un personale limite tecnico: quello di non essere in grado di uscire fuori dai propri cliché narrativi. Per fortuna l'autore ha avuto il buon gusto di riconoscere questo limite.

Suspiria, tra i tanti, è un titolo che funziona perché Dario Argento riusciva a costruire immagini di una tale bellezza e suggestione da far dimenticare qualsiasi appiglio con la realtà. Grazie al suo virtuosismo registico faceva accettare allo spettatore scene e trovate narrative incoerenti e sconclusionate.
Pochi registi, oggi, ci riescono. Mi viene in mente Shyamalan (che comunque è un ottimo sceneggiatore), che ha costruito obbrobri narrativi (Signs) che riescono a funzionare perfettamente con la suggestione delle immagini e delle emozioni che comunica. Shyamalan, come il Dario Argento di un tempo, costruisce mondi su premesse assolutamente inverosimili, eppure perfettamente credibili. Entra in gioco quella che jophiel chiama "razionalità onirica": secondo me non si tratta altro che di una sapiente armonia tra le suggestioni che un regista (o uno scrittore) riesce a dosare. Si tratta di un gioco molto pericoloso e che richiede molto talento.
In girum imus nocte et consumimur igni.
Snake Plissken
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MessaggioInviato: Ven, 28 Lug 2006 23:25    Oggetto:   

Enea ha scritto:


Nel caso specifico preso a esempio da jophiel, ritengo che Katz si sia trovato di fronte a un personale limite tecnico: quello di non essere in grado di uscire fuori dai propri cliché narrativi. Per fortuna l'autore ha avuto il buon gusto di riconoscere questo limite.


L'idea che Katz avesse solo bisogno di una scusa per non fare il remake non è venuta in mente a nessuno?

Secondo me la scusa è dal punto di vista logico risibile! Very Happy
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Enea
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MessaggioInviato: Sab, 29 Lug 2006 00:08    Oggetto:   

cuthbert ha scritto:

L'idea che Katz avesse solo bisogno di una scusa per non fare il remake non è venuta in mente a nessuno?


Può essere.
Però credevo che gli avessero commissionato la sceneggiatura. Mi sembra poco professionale e un po' folle inventare scuse per non lavorare (e quindi non guadagnandoci).
Shocked
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MessaggioInviato: Sab, 29 Lug 2006 00:17    Oggetto:   

Enea ha scritto:
cuthbert ha scritto:

L'idea che Katz avesse solo bisogno di una scusa per non fare il remake non è venuta in mente a nessuno?


Può essere.
Però credevo che gli avessero commissionato la sceneggiatura. Mi sembra poco professionale e un po' folle inventare scuse per non lavorare (e quindi non guadagnandoci).
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Non è detto che lo stop al progetto lo abbia deciso lui, e sicuramente sarà stato pagato per la "consulenza"...
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