Coda-Marine 475


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Autore Messaggio
Ian
«Shoggoth»
Messaggi: 683
Località: Milano/Venezia
MessaggioInviato: Ven, 11 Giu 2004 19:32    Oggetto:   

Credo che per noi che scriviamo le critiche siano fondamentali, aiutano a crescere e migliorarsi.
C'è da imparare da chiunque (anche come non scrivere o per confermare che si è sulla strada giusta...)
IvoGazza
«Larva»
Messaggi: 9
MessaggioInviato: Ven, 11 Giu 2004 23:29    Oggetto:   

Ottimo Elvezio, veramente notevole... non ho resistito e l'ho letto online e presto leggo pure gli altri (rileggo pure questo) dal momento che ho il tuo libro fra le mani.
Sto diventando sempre più un tuo fan, lo ero già con il tuo "La macchina delle ossa" Wink
Complimenti Elv!!!!!!

Ivo Gazzarrini.
elvezio
«Abdul Alhazred»
Messaggi: 4086
MessaggioInviato: Sab, 12 Giu 2004 08:50    Oggetto:   

Ivo (Gazz. specifico in quanto ci sono due Ivi in questo forum!) volevo (e lo farò comunque) scriverti in privato riguardo la TUA raccolta di racconti, per ora ti dico solo che alcune cose mi sono piaciute molto, sembra quasi un Decamerone macabro, qualche eco di Sclavi... Meriterebbe miglior editore/destino/diffusione

Vedi, vedete... Non è colpa nostra, di noi scrittori. Noi ce la mettimo tutta e abbiamo molto da imparare...

Ma non ci riusciremo.

Nel senso che in Italia mancano alcune figure basilari per un mercato sano: mancano gli agenti letterari interessati a scovare e promuovere scrittori (per poi guadagnarci, ci mancherebbe! Ma qui da noi vogliono guadagnare già PRIMA di trovar editori alla loro scuderia), mancano direttori di collana con le palle (i pochi danno da mangiare agli amici, in piena tradizione stivalesca) e mancano i revisori di bozze, gente che ti pigli per un orecchio e ti dica "guarda Sciallis, qui ci sono troppi zeugmi, qua troppe iperboli, qui usi forme passive ecc ecc..."

Mancano infine case editrici di rango, gente "nobile" disposta a coprire e sopportare vendite scarse... Un tempo gli editori forti facevano questo ragionamento: "Con i settemila fantastiliardi che ho guadagnato con le barzellette di Totti mi tolgo anche la soddisfazione di tenere in perdita (faccio esempi stupidi) Musil, Kafka, Arpino e Gadda almeno ho un catalogo coi coXXioni" ora invece coi setttemila fantastiliardi si costruiscono una nuova villa a Portofino e finanziano l'ennesima campagna di voto (e, vi giuro, non do colore politico alla faccenda....)

Dobbiamo fare tutto in splendido isolamento: scrivere, affidare le revisioni in giro (io ho dovuto cercare presso alcuni prof. universitari e liceali), trovare i disegni, distribuire, spedire, contattare... Ok la dimensione artigianale, ok il contatto personale (che cmq avrei fatto) ma tutto ciò è "oltre" la scrittura....

Uh, sfogo mattiniero! Mi sono svegliato un po' girato, come disse Reagan a padre Karras... Wink

Ce la facciamo andare bene lo stesso. Pochi ma buoni (... sembrano slogan para-dannunziani...)
Ospite
«»

MessaggioInviato: Sab, 12 Giu 2004 16:27    Oggetto:   

Chissà, Elvezio, se sei pessimista o realista. Certo mi fai riflettere, ancora una volta, su un po' di questioni.
La prima, al solito, è quella legata alla figura leggendaria dello scrittore per passione, che scrive capolavori da distribuire gratuitamente su internet, pago del solo contatto umano e dei complimenti. Troppo spesso vedo esaltata questa figura. Troppo spesso sento ripetere che quel che conta è essere "arricchiti spiritualmente dalla propria arte".
Purtroppo così non funziona. Quanto può durare la carriera di uno scrittore non professionista? Il tempo necessario a far sì che le necessità umane, quali sfamare se stesso e i propri figli, si facciano troppo pressanti. Il tempo che impiega il pensiero delle bollette e del mutuo a farsi veramente ingombrante. Il tempo (e scusate se sono macabro) che impiega a morire per un cancro all'intestino dovuto alla cattiva alimentazione, come è effettivamente capitato a H.P. Lovecraft.
Cosa può produrre, insomma, prima che gli diventi impossibile scrivere? Un po' di racconti, e magari un romanzo.
L'ho visto accadere a più persone. Gente valida, con in mano dei bei romanzi. Ovvio che volessero tentare la sorte. E a tutti è andata allo stesso modo. I romanzi sono finiti in mano ad agenti "grossi" di case editrici "grosse" che, per prima cosa, li hanno voluti cambiare. Via questo, via quello, e non per migliorarne la forma, ma per adattarli alle famigerate "leggi del mercato". Anche da questo nasce un po' del sospetto con cui guardo a certe avanguardie del "belpaese". In tutti i casi, infatti, si è sempre trattato di trasformare dei romanzi horror/fantastici in romanzi "realistici" attraverso un gran numero di amputazioni, alle volte radicali. Il fatto che, poi, nessun romanzo sia mai stato pubblicato, rende questo genere di operazioni ancora più avvilenti.
Il risultato è sempre stato lo stesso. La gente valida che, magari, avrebbe potuto raggiungere livelli sublimi, e regalarci chissà quanti libri meravigliosi, questa gente, stanca, avvilita, delusa, ha alzato il dito medio e si è portata la mano sinistra all'avambraccio destro, e ha mandato 'affanculo lo "stato delle cose".
Quasi tutti hanno smesso di scrivere prima dei 40 anni.
Fin qui la visione realista (o pessimista). Ma io, da inguaribile romantico, continuo a credere che una situazione insistentemente fallimentare come quella italiana non possa durare in eterno. Prima o dopo qualcuno sarà costretto a prendere atto del fatto che le avanguadie contano meno del mercato, se queste avanguardie funzionano come una lente distorcente, che pervertisce i "gusti del pubblico" ai propri comodi ma poi non vende un libro.
In questo momento, almeno nel caso specifico del mercato horror/fantastico, pescherà la carta vincente chi avrà il coraggio di scartare quella che ha tenuto in mano durante gli ultimi 10-15 anni. Vincerà chi avrà abbastanza palle (l'ho già detto) per offrire un prodotto "genuinamente" horror invece della solita robaccia OGM senza fantasia (robaccia OGM a cui, purtroppo, ci siamo abituati).
Non parlo degli scrittori, ma degli editori.
E la carta vincente potrebbe essere qualcuno di noi. Magari proprio tu, Elvezio. Wink
TigerBem
«Mi-Go»
Messaggi: 471
Località: Roma
MessaggioInviato: Dom, 13 Giu 2004 00:38    Oggetto:   

Davvero un bel racconto Elvezio!! Laughing Laughing Laughing

La progressiva genesi del mostro dalla negatività della famiglia è piena di suspence; credo poi che tu abbia proprio ben inserito il soprannaturale in un ambiente domestico sfruttando come punto di contatto gli oggetti impregnati dalle emozioni dei personaggi.

L'unica cosa che proprio non mi è piaciuta sono le ultime tre parole del brano "E poi il nulla".. l'ho riletto più e più volte e penso che il racconto terminerebbe meglio con l'immagine del buio fuori dalla casa, magari un ambiente esterno immerso nel silenzio, contrapposta ad una inquadratura del televisore e dell'ombra degli artigli e delle lame, in movimento, sulla parete retrostante; il tutto condito con le urla della ragazza che sfumano man mano che si zooma verso il televisore e acquistano consistenza le voci di Bonolis e della Carrà.

In questo contesto, "E poi il nulla" ha un effetto di interruzione: è come lo stacco dell'ultima scena del film deciso dal regista. Solo che mentre leggo il brano io sono là e lo vivo in prima persona, poi proprio alla fine mi dissocio ed entro nei panni del "regista"..secondo me sarebbe più efficace lasciare il lettore con quella scena negli occhi e nell'animo piuttosto che spezzarla.

Spero di essermi riuscito a spiegare: ci tenevo a darti un parere motivato per un racconto che vale.

Ciao
Bem
Non aprite quella porta.
Dietro c'è Chuck Norris.
elvezio
«Abdul Alhazred»
Messaggi: 4086
MessaggioInviato: Dom, 13 Giu 2004 11:19    Oggetto:   

Potrebbe generarsi un post parecchio lungo, mostri avvisati mezzo salvati...

La questione dei soldi e dello scrivere è parecchio complessa e non sarò certo io a risolverla.

Sono contrario (o perlomeno non interessato) alla figura romantica dello scrittore che vive in soffitta o a casa della zia come faceva Lovecraft. Mi sento, politicamente e socialmente, un cittadino del pianeta Anarres descritto dalla Le Guin quindi mi figuro una società ideale nella quale lo scrittore riceve lo stesso stipendio dello spazzino, del dirigente di banca, del commesso e del neurochirurgo e ognuno di loro, a turno, si sobbarca un mesetto dei mestieri che nessuno vuole fare. OK? Alla faccia dei bocconiani.
Ciò è impossibile. Il motivo lo vedete anche nel film di Haneke ora in sala "Il tempo dei lupi". Il motivo è Hobbes e il suo uomo=lupo nei confronti degli altri uomini.

Visto che ciò è impossibile cerco di adattare la mia visione del mondo alla società, senza compromessi troppo avvilenti. Se arriva Ciccio editore e mi dice "ok, stampiamo, correggiamo qualche difetto di forma ma i contenuti non si toccano" firmo il contratto con il sangue. Se invece arriva Formaggino Editore e mi dice "Ti seppellisco sotto i soldi ma cambiamo molti contenuti" lo mando a ravanare su due piedi. Non ciancio a vanvera, durante la mia vita sono capitato alcune volte in situazioni del genere e, per fortuna (?) ho sempre guardato prima ai miei ideali (ho perso un lavoro da croupier splendido, damn, solo per non aver voluto fare una tessera politica, l'integrità è soppravvalutata, Laughing ).

Sono passato attraverso le solite trafile e per ora non ho fatto altro che collezionare rifiuti o proposte oscene (editori di "sinistra" che ti chiedono 4000 euro per pubblicare????). Ho quindi scelto un percorso che mi sono studiato a tavolino.... Ho valutato i vari editori a pagamento, il rapporto qualità/prezzo e altre cose e mi sono detto: "Faccio prima uscire qualche raccolta di racconti cercando di recuperare le spese e "accumulare" qualche lettore poi, quando finirò uno o due romanzi, potrò farli girare con alle spalle qualche cifra di pubblico, seppur modesta, da allegare ai manoscritti come sorta di curriculum"

Solo che... Anche in questo caso, che lezione se ne ricava? (Parlo del mio caso ma il tutto si applica a molti esordienti, Ivo Gaz può confermare, credo....) Annuncio il mio libro, nel mio caso su vari siti horror e fantasy, propongo addirittura di inviare il volume gratis e di pagarlo solo se è piaciuto fine lettura, il tutto costa "solo" 5 euro... E gli interessati sono onestamente pochi, diffidenti verso il nome sconosciuto, poi gli stessi che non lo vogliono vanno a lamentarsi sul forum che non esce nulla in Italia nel genere e che non sanno cosa leggere....

E' assurdo. Quando un autore mi ha ricordato, via mail, che era uscita anche la sua raccolta di racconti non ho esitato un istante a proporre lo scambio di volumi, se una persona è interessata al genere dovrebbe essere curiosa di suo...

Altra cosa sono i vari concorsi e le antologie comuni... Su questo punto potrei ma non farò nomi per vari motivi:
1) I nomi in questione possono facilmente inventare scuse e dimostrare il contrario, e comunque discutere su internet è come vincere alle olimpiadi degli handicappati: sei primo ma rimani mongoloide.
2) Per forza di cose continuerò ad avere a che fare con molti di questi nomi nel futuro, inutile inimicarseli.

Molte volte ho visto concorsi al limite del penale, in alcuni avevo annunciato il nome del vincitore 6 mesi prima che lo annunciassero loro, in altri i soldi sparivano in spese di segreteria assurde...Ecc Ecc... Uno schema classico è: concorso > pubblicano l'antologia con i vincitori/piazzati... Beh, mi è capitato più volte di dover COMPRARE l'antologia in questione pur essendo dentro come autore e la casa in questione riusciva anche a comprarsi pagine di pubblicità su importanti settimanali... Ci si rimane malissimo, non incaxxati, intendo proprio tristi, demoralizzati.. Ma come? Mi fai pagare UNA copia dell'antologia nonostante io compaia con un mio racconto e abbia già pagato X euro per partecipare al concorso? O non riesci a venderla e allora copia più copia meno non saranno le 10 che riservi aglii autori a mandarti in rovina oppure la stai vendendo benino e allora di nuovo non sono quelle 10 copie a mandarti in rovina anzi, se ci guadagni dovresti anche riconoscere una percentuale...

Dirò di più (e Ivo, quanto scrivo non è diretto certo contro HM, è una riflessione generale, anzi, HM ne trarrebbe giovamento): internet è una democrazia supposta, il 95% dei siti fa schifo e ci si perde tempo sopra, ognuno scrive ogni cosa, tutti sono diventati dei tuttologi saccenti e spesso si gira ore su siti inutili che sanno parlare di film e libri solo con iperboli e superlativi. La critica indica vie, suggerisce strade di lettura, interpretazioni. Quando si riduce "bello" "schifo" "da vedere" diventa buona solo al bar vicino a Tuttosport e un bicchiere di rosso.
Amerei vedere la rete purgata da tutte le cavolate inutili (con tutto il rispetto, sto estremizzando, so quanto sia importante la libertà ecc ecc ma non sono sicuro che questa sia vera libertà)... 5-6 siti horror in Italia bastano e avanzano, metteteci pubblicità, counter, banner ecc ecc e si potrebbe pensare, come fanno in USA, di pagare chi scrive sul WEB!!!!
Penso a chi non sa leggere inglese: (di nuovo, sono esempi, non prendeteli per cose assolute) senza me, Ivo, Valsecchi e altri su altri siti non si leggerebbero le news tradotte, penso alle mie recensioni (e a quelle di altri/altri campi) che ritengo essere a un buon livello sia di scrittura che di contenuti e vengono poi "perse" mentre gente (omissis mio) come Tullio Kezich becca un sacco di soldi per scrivere cose senili sul Corriere della Sera...

In USA (e parlo di un modello che di solito non amo) perlomeno l'autore ha più strade: ci sono riviste cartacee pronte a vagliare e PAGARE i racconti (qua se non scrivi romanzi di 70000 pagine con elfi frichettoni non ti si caga nessuno), c'è mercato e concorrenza, gli agenti si scannano fra loro e vive il migliore, le case editrici CERCANO l'autore perchè è una scelta che ripaga.

Qua da noi vince Totti e Harry Potter e noi fan del genere horror ce ne stiamo tristemente a remenarci le baXXe su quanto sia figo il lato gotico de il Prigioniero di Akbazan o come diavolo si chiama lui...Ve ne rendete conto? Il lato gotico??? What? Che tristezza... Come al solito stiamo sempre a metà, ci piace il libero mercato ma adoriamo la protezione statale, vogliamo la concorrenza ma una reale classifica di merito ci spaventa e allora meglio affidarsi ad amici e conoscenti... Vi diranno che i migliori vendono e ce la fanno, mettetevi a ridere quando ve lo dicono e rispondetegli che allora Totti è meglio di Svevo e Il Signore dei piselli è meglio di 2001 Odissea...

Perciò.... L'autore va pagato di sicuro, altrochè, sono d'accordo con Ivo.
Ma sono stra-pessimista. Sapete cosa succederà, al massimo?

Mettiamo che l'horror ritorni genere in auge. Scompare il noir. Tutti i furboni (omissis mio, altri tre aggettivi molto più forti e cattivi) come Lucarelli, Carlotto, Gorilloni e Alligatori vari e chiunque altro sia saltato sul carrozzone noir (sono senza anima, basta leggerli, potrebbero scrivere di qualsiasi cosa a seconda di dove spira il vento, per alcuni questo è professionismo per me è opportunismo. Alle convention ho sentito parecchia gente ammettere candidamente di aver mollato sf e horror per scrivere thriller in quanto "i thriller tirano". De gustibus. E non sono come Ivo, non ho nulla contro il thriller in sè, ma quando vedo le librerie stipate di Montalbani bulimici e di milano descritte come noir da fumetto mi girano i cosidetti...) beh, dicevo, tutta sta massa di furboni salterebbe sull'horror, andrebbe al Costanzosciò a dire che loro sono sempre stati "latori di un'anima scura e putrida, che affonda le radici nel gotico e nel weird" e ci sorpasserebbero con un salto, fottendoci i posti e lasciandoci a raccogliere le briciole... Ci si dimentica di dire che tutti questi figuri sono figli di petrolieri, bancari, e altre ricche casate e che hanno sempre saputo muoversi politicamente prima che letterariamente, in piena tradizione italica. Vendono un sacco e la gente compra quindi in tutto questo post io non faccio altro che la figura dell'isterico invidioso, pazienza. So io di non esserlo e chi legge seriamente conosce il loro scarso valore.

Per finire (wow, alleluja) ... Ivo prospetta che chi non viene pagato, alla fine, smetterà di scrivere.... Come dargli torto... Per come mi sento e per come mi sono smpre sentito sono molto fiducioso sul "mio" scrivere ma ho visto anch'io parecchia gente (valida, non parlo di amatori che saltano da un hobby all'altro...) mollare dopo un po'....

Mentre sono pessimista sul futuro dell'editoria nostrana sono invece ottimista circa il mio continuare a scrivere, mal che vada cercherò di espandere di volta in volta la cerchia dei miei lettori e rientrare sempre con le spese. Ma tenterò naturalmente anche altre vie...

Per BEM... Ho segnato il tuo punto (conservo le annotazioni che i lettori fanno ai miei racconti) e non hai tutti i torti... Quando si giunge a fine racconto si è magari stanchi, magari si cerca la stupida chiusura a effetto, magari in quel momento sembra valida quella soluzione (il nulla = lo schermo che si spegne e rimane nero). Ti ringrazio, per aver letto e commentato. Ho bisogno di qesto Laughing

IvoT... Dopo questo post puoi ben vedere come la bilancia horror Ivo= sentimento partigiano Elvezio = Fredda ragione e analisi sia un po' andata a ramengo! Wink

Alla prossima...
Ospite
«»

MessaggioInviato: Dom, 13 Giu 2004 15:30    Oggetto:   

Elvezio ha scritto:
E non sono come Ivo, non ho nulla contro il thriller in sè,


Grande post, Elvezio. Solo una precisione, giacché mi sento tirato in ballo.
Non ho nulla contro il thriller. L'ho sempre letto e visto al cinema, da ben prima che nascesse il carrozzone italiaco. E proprio per questo insisto a non bermi l'equazione thriller=horror. Dire che "Profondo Rosso" è un thriller, per me, non è blasfemo. Lo apprezzo comunque. "Seven", per il sottoscritto rimane una capolavoro, anche senza bisogno di trovarci "suggestioni" horror. Apprezzo persino il noir, quando non me lo spacciano in maniera truffaldina come surrogato dell'horror.
Thriller e horror sono due generi tutto sommato ben definiti, che si rivolgono allo stesso pubblico (e che, RARAMENTE, hanno dato vita a qualche incrocio ben riuscito).
Quello che non sopporto è proprio il carrozzone stivalesco di cui parla Elvezio. Quello che non sopporto è che mi abbiano privato dell'orrore soprannaturale in nome di non ben precisate "scelte autoristiche" che guardano al soprannaturale, appunto, come a qualcosa di scomodo e pure un po' puzzolente.
Okay. Era giusto per chiarire. Very Happy
elvezio
«Abdul Alhazred»
Messaggi: 4086
MessaggioInviato: Dom, 13 Giu 2004 16:06    Oggetto:   

Laughing
Vero. Scusa.
Hai fatto bene a chiarire. Mi ero... uhmmm un po' scaldato, ecco...

Wink
IvoGazza
«Larva»
Messaggi: 9
MessaggioInviato: Dom, 13 Giu 2004 22:39    Oggetto:   

Elvezio aspetto i tuoi commenti sul mio libro!

Il discorso si fa serio e lungo, molto lungo. Ci sarebbe da parlare per ore per arrivare comunque, a mio parere, ad una conclusione negativa.
Io la penso molto come Elvezio, sono pessimista per quanto riguarda l'horror. Ah, l'Italia!!!!
Ma come diceva Joe Perry (se non erro) chitarrista degli Aerosmith io lo dico per me: scriverò (lui diceva suonerò Smile ) fino a quando le mie dita non cadranno da sole.

Ivo G.
X
«Segugio di Tindalos»
Messaggi: 173
MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 11:36    Oggetto:   

Mi riallaccio alla discussione sviluppata con i chilometrici post di Elvezio e Ivo per esprimere la mia. Come loro, non posso non essere pessimista sul futuro del mercato editoriale italiano. Gli editori di genere vedono sempre più ridotte le proprie quote, ormai risicate a includere a mala pena lo zoccolo duro dei lettori. Per fare un esempio, la Nord ha dovuto associarsi al gruppo Longanesi per non estinguersi, e anche così ha limitato le proprie uscite horror e sf a favore del fantasy. La Fanucci, per continuare, per non fare la stessa fine ha dovuto ampliare il proprio catalogo a titoli polizieschi, noir e per ragazzi. E' inevitabile che, di fronte alle correnti che di recente hanno scosso il mercato, gli editori vi si adeguassero. E' altrettanto probabile - almeno a prestar fede alla teoria dei corsi e ricorsi storici - che nei prossimi anni assisteremo ad effimere rinascite dei nostri generi prediletti.

Quello che mi infastidisce più di tutto, però, è il fatto che male - troppo male - si sia sfruttata la possibilità offerta a suo tempo dall'exploit del post-moderno. Autori del calibro di Pynchon e DeLillo (da molti ritenuti le maggiori voci letterarie d'America) hanno dimostrato con le loro opere l'inutilità/pretenziosità di qualsiasi distinzione tra i generi. E così abbiamo assistito alla nobilitazione, nelle loro pagine, della letteratura dickiana (per fare un nome) al pari del classico Melville (per farne un altro). Gli autori e gli editori, invece, cos'hanno deciso di fare? Ovviamente hanno creato una nuova etichetta, hanno declassato qualsiasi crossover ad uno sterile tentativo di avanguardia e hanno continuato sulla loro strada: in altre parole sono tornati a dedicarsi al loro ombellico...

Il fatto è che, nell'era della globalizzazione, la carta è divenuta un bene di consumo come un altro. Ci sono i cd, ci sono i film, e infine ci sono i libri. Se non possiamo ricondurre un libro a un determinato genere, il lettore si trova spiazzato, e il mercato ne risente. Ecco dunque che, nell'assurdo tentativo di classificare opere per loro natura inclassificabili, si è finito col logorare - piuttosto che esaltare e rinforzare - i canoni dei vari generi. Una volta ingannato, però, il lettore difficilmente concede una seconda volta la propria fiducia, quindi il declino dei generi classici. Forse - e dico forse - il genere che meglio ha saputo comportarsi è stato proprio il noir, perchè i suoi editori storici e neonati - a differenza di quelli associati a sf e horror che troppo spesso s sono lasciati sedurre dall'idea di spacciare per sf e horror il fantasy e il thriller - hanno dimostrato una maggiore coerenza.

Ovviamente, la mia è una analisi che non avanza pretese di esaustività, essendo basata unicamente sulla mia esperienza di lettore. Resto convinto, però, che nonostante tutte le asperità di un ambiente inadeguato, un aspirante autore difficilmente si lascerà dissuadere dai suoi sogni di gloria. Ci vorranno, come dice Ivo, anni - forse decenni - perché se qualcuno si avvicina alla scrittura in Italia, a meno di essere uno sprovveduto integrale, un'idea minima della situazione dovrebbe pur avercela. E poi, come diceva qualcuno, la scrittura è al 5% ispirazione e al 95% sudorazione. Non si ottiene niente per niente...

Cordialmente,
X
Ospite
«»

MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 15:54    Oggetto:   

X ha scritto:
Forse - e dico forse - il genere che meglio ha saputo comportarsi è stato proprio il noir, perchè i suoi editori storici e neonati - a differenza di quelli associati a sf e horror che troppo spesso s sono lasciati sedurre dall'idea di spacciare per sf e horror il fantasy e il thriller - hanno dimostrato una maggiore coerenza.


Non sono d'accordo, tanto per cambiare... Wink
Quello che oggi chiamiamo "noir" c'entra ben poco col "noir". E' thriller generico. Leggasi: per portare il noir al successo è stato necessario tradirne completamente le radici (e questo accadeva già negli anni '70).
Oltretutto non ho mai visto spacciare il thriller per horror. Semmai accade sempre, purtroppo, il contrario.
Rimango anche convinto della necessità di offrire al lettore delle coordinate chiare in fatto di "generi".
Il vero problema, per come la vedo io, è che la letteratura di genere soffre di uno smodato senso di inferiorità nei confronti della letteratura alta. E la contaminazione viene usata, spesso, come mezzo per "innalzare" il genere verso il paradiso della grande letteratura "laureata".
Prendete Dick. Se ne sente parlare come di uno dei massimi scrittori di fs della storia. D'accordo, ha scritto alcune cose gradevoli (Ubik, Palmer Eldritch), ma il solo modo che c'è stato per sdoganarlo "verso l'alto" è stato di farne uno scrittore non-di-genere, una specie di fricchettone filosofo, e pubblicare un sacco di saggistica scritta da lui (o su di lui): oggi c'è persino chi nega che si tratti di uno scrittore di fs.
Insomma: c'è una letteratura fuori dagli schemi sana e viva (Pynchon, per esempio); e un'altra che, molto più semplicemente, si dà un sacco di arie per giustificarsi e vendere. La maggior parte delle opere "contaminate", purtroppo, appartiene alla seconda categoria. L'avantpop, insomma, come clamorosa (e goffissima) mossa di mercato.
Avanti, ragazzi, non raccontiamoci balle: di Palahniuk ce n'è uno. E' un genio, punto e basta. Poi c'è un sacco di gente convinta che imitando lo stile di Palahniuk, o avvicinadosi ai suoi temi, otterrà automaticamente ottimi risultati. In questo modo Palahniuk diventa un "genere" scopiazzato malamente da tanta gente piena di velleità pseudo-artistiche, che si sente molto "post-moderna" e "futuristica". Per questo motivo, pur leggendo Palahniuk e Pynchon, rimango fedele all'horror, alla fantasy, alla fs come generi, perché mi fido di più di quegli scrittori che non fanno "letteratura" alta, ma semplicemente scrivono storie belle da leggere.
Di filosofi e intellettuali è pieno il mondo.
Ma i narratori sono rari come le proverbiali perle nel guano.
X
«Segugio di Tindalos»
Messaggi: 173
MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 16:47    Oggetto:   

A mio modesto parere, uno scrittore può essere grande anche al di fuori del suo genere. Dick, per esempio, scriveva sf, raramente horror, ma è stato uno degli scrittori più grandi del secolo trascorso, e non di sf, ma tout-court. Ubik, Le tre stimmate di Palmer Eldritch, Scorrete lacrime, disse il poliziotto ma anche l'eternamente sottovalutato Cacciatore di androidi sono ben più che gradevoli, sono opere memorabili e cruciali nella tessitura dell'immaginario del Novecento. Dick ha approfondito temi già cari ad altri grandi, prima di lui (penso a Kafka e Pirandello), e ha saputo esercitare un'influenza non trascurabile su gente del calibro di Pynchon. Il fatto centrale è che lui è morto di fame, mentre i suoi ereditieri se la stanno spassando.

Pahlaniuk, personalmente, lo conosco solo per Fight Club. Ho iniziato a leggere la versione originale dell'opera ma - sarà perché il mio inglese è limitato - non mi ha dato le suggestioni che mi aspettavo, ragion per cui il libro giace ancora in attesa di essere finito... Se hai letto Bester - La Tigre della Notte per citare un titolo - ti sarai reso conto anche tu che la presunta sperimentazione di molti autori contemporanei è già stata sviscerata nel passato proprio nell'ambito dei nostri generi, che a differenza della letteratura elevata (aulica, seria...) offrivano maggiore libertà dai canoni e dall'autocensura. Con il prevalere della globalizzazione anche nelle lettere, si è finito con lo sdoganare di tutto e in molti si sono limitati a clonare formule della sf e del noir anche al di fuori del genere, spacciandole per innovazioni al mainstream. E' stata, penso, l'altra faccia della medaglia dell'opera - per altri versi decisiva - del postmodernismo...

Quello che mi inquieta è che oggi più che mai la letteratura corre verso un generale appiattimento di livello, a causa dell'omologazione ai grandi di cui tu parlavi. I lettori non sono quasi mai degli sprovveduti, e hanno la tendenza a fiutare le carnevalate (intendendo per esse le commercializzazioni o operazioni analoghe). La disaffezione alla lettura finisce inevitabilmente col penalizzare i piccoli (intendendo con questa denominazione sia i generi che hanno sempre orbitato al di fuori del campo della letteratura elevata, sia gli editori che del mercato hanno coperto fette marginali). In definitiva, se a causa della standardizzazione uno scrittore mainstream può sperare di pubblicare rifacendosi a un modello, nella letteratura di genere bisogna essere delle eccezioni per sfondare...

Personalmente, poi, comprendo la tua ostilità all'estensione dell'etichetta noir alla produzione più genericamente poliziesca, ma non dimentichiamoci che è grossomodo quanto accaduto negli anni '80 col cyberpunk quando, partendo da premesse radicalmente diverse (il cyberpunk nacque nell'ambito del genere, rifacendosi in qualche modo ai suoi stessi schemi), si assistette agli stessi audaci tentativi di assimilazione.

Come ho già detto prima, però, non è escluso che si verifichi nei prossimi anni una ripresa di horror o sf, proprio come accaduto a inizio '90 con la scuola dei cannibali che poi è confluita più o meno per intero nella nuova corrente noir italiana...

X
Ospite
«»

MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 17:04    Oggetto:   

X ha scritto:
Come ho già detto prima, però, non è escluso che si verifichi nei prossimi anni una ripresa di horror o sf, proprio come accaduto a inizio '90 con la scuola dei cannibali che poi è confluita più o meno per intero nella nuova corrente noir italiana...


Dio ce ne scampi. I canniBBali hanno fatto più danno che altro. Laughing
Definirli scuola, poi... bah. Lombrosario sarebbe più adatto.
X
«Segugio di Tindalos»
Messaggi: 173
MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 17:16    Oggetto:   

Però è inutile negare che in quanto operazione pianificata abbiano centrato il bersaglio... Mi sono limitato a riportare la definizione convenzionale... Non ho espresso giudizi sul loro valore letterario!

X
Ospite
«»

MessaggioInviato: Ven, 18 Giu 2004 17:46    Oggetto:   

X ha scritto:
Però è inutile negare che in quanto operazione pianificata abbiano centrato il bersaglio...


Non so: hanno cominciato a vendere solo "pentendosi" (Ammaniti). Senza contare che alcuni di loro sono letteralmente svaniti nel nulla.

Che fine hanno fatto i vari Paolo Caredda, Matteo Galiazzo, Masimiliano Governi, per non dire Daniele Brolli?
Question
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