L'incipit migliore



Come vorreste che cominciasse una storia dell'orrore?
Tensione: quella che deriva dal continuo stress emotivo. Siamo catapultati subito nel mezzo dell'azione. Terrore. Orrore, magari pure splatter. E il peggio deve ancora arrivare. 35%  35%  [ 5 ]
Suspense: quella che incontriamo nelle situazioni incerte, 'in sospeso'. Tutto 'appare' normale. Descrizioni. Riflessioni. Forse allegria. Ma alcuni particolari disseminati qua e là lasciano intuire che potrebbe andare tutto storto... 64%  64%  [ 9 ]
Voti Totali : 14

Autore Messaggio
Irene Vanni
«Degustatrice di Sangue» Degustatrice di Sangue
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MessaggioInviato: Dom, 28 Set 2008 08:28    Oggetto: L'incipit migliore   

Questa non è solo una domanda per gli scrittori (cosa sono soliti fare, cosa si chiedono che sarebbe meglio fare). Ma anche per i lettori (quali sono le loro preferenze, cosa vorrebbero leggere). E - perché no? - per gli spettatori. Perché una storia è storia sia sulla carta sia sullo schermo.
Una discussione fra modi diversi di 'vedere' le storie.
E comincerei proprio dall'inizio.

Dopo aver dato la propria preferenza, sarebbe divertente anche postare l'incipit di un romanzo o di un racconto che ci ha particolarmente colpiti, o, magari, citare la prima scena di un film 'ben riuscito'.
Univers
«Cthulhu»
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Località: Los Angeles dei precari
MessaggioInviato: Dom, 28 Set 2008 12:03    Oggetto:   

Fermo restando che la scelta del giusto incipit dipende dal tipo di storia e di traguardo narrativo che si vuol raggiungere, io preferisco la calma piatta iniziale con qualche lieve indizio che lasci presagire...

Mi viene in mente ora, riferendosi al cinema attuale, la manciata di minuti iniziale (almeno finchè non entrano nel motel) con il dialogo apparentemente tranquillo tra i due che sembrano coltivatori/allevatori in 'A history of violence'.
Il sovrannaturale comprende il colore generale e l'accento, vale a dire intensità, sonorità, limpidezza, capacità di vibrazione, profondità e risonanza nello spazio e nel tempo.
galerius
«Fantasma» Fantasma
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MessaggioInviato: Dom, 28 Set 2008 12:47    Oggetto:   

Da buon amante dell'understatement ( anche nella vita non amo parole e gesti troppo forti ) e della ghost story classica ( e in genere di quel metodo, anche quando non compaiono fantasmi veri e propri ma portenti d'altro genere ) preferisco senz'altro che la paura e l'orrore arrivino a passi leggeri, discreti. Poi, piano piano, in un crescendo ben orchestrato... Wink
Grazie, ragazzi !
_______________
- "L'amore per la donna è mobile come la Luna,
l'amore del fratello è saldo come le Stelle !"
- E Caino, allora...?
- Be', Caino...che c'entra Caino ? Caino era 'n delinquente...!
Maxena
«Shub-Niggurath»
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MessaggioInviato: Dom, 28 Set 2008 18:13    Oggetto:   

Personalmente vanno bene entrambe, tutto dipende dalla struttura narrativa che lo scrittore riesce a costruire.
Nel primo caso si ha già più di un'idea di dove la storia andrà a parare, quindi sarà compito dello scrittore mantenere alta la tensione durante la narrazione.
Nel secondo caso la tensione è solo accennata, quindi lo scrittore dovrà aumentarla gradualmente senza rendere vani gli indizi disseminati all'inizio della storia.
PUNISHER
«Cthulhu»
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MessaggioInviato: Dom, 28 Set 2008 21:25    Oggetto:   

Preferisco subito l'azione... e il peggio deve ancora arrivare.

Zombi di Romero
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Ultimatum alla Terra
Maniac

...e così via. Wink
Irene Vanni
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MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 10:00    Oggetto:   

Univers ha scritto:
Fermo restando che la scelta del giusto incipit dipende dal tipo di storia e di traguardo narrativo che si vuol raggiungere


Maxena ha scritto:
tutto dipende dalla struttura narrativa che lo scrittore riesce a costruire.


galerius ha scritto:
un crescendo ben orchestrato


- Michael Myers - ha scritto:
subito l'azione


Mmm... ma prima di sapere cosa lo scrittore riesce a costruire bisogna sapere cosa lo scrittore decide di costruire. Talvolta la stessa storia può avere due incipit diversi. Per esempio, basta che l'autore si faccia una scaletta e inverta l'ordine dei primi due capitoli, senza mettere in atto incongruenze.
La conseguenza sarà che ognuna delle due storie piacerà di più a seconda dei gusti.
L'importante è che l'incipit non sia noioso e prenda il lettore/spettatore. Altrimenti non va bene nessuno dei due.

Esempio becero standard: io posso raccontare la storia di una famigliola che si trasferisce in una nuova casa, e far vedere che qualcuno comincia a trovare cose strane in giro (in un film basterebbe già un tipo di colonna sonora particolare), e andare avanti piano piano fino alla sconcertate verità.
Oppure posso partire con qualcuno che, anni addietro, viene trucidato (non sappiamo ancora perché) nella stessa casa, con una scena splatterissima, e poi ripartire con la famigliola.
La storia, poi, sarebbe identica.
Eppure Galerius preferirebbe la prima versione, mentre Michael la seconda.

Sono d’accordo con Univers e Maxena sul fatto che ogni storia dovrebbe avere il suo incipit, e un bravo autore dovrebbe riuscire a trovarlo. Ma può sbagliare anche il più bravo scrittore del mondo. E chi decide, in fondo, è il lettore che ritiene o non ritiene ‘funzionante’ l’incipit letto.

Il buon incipit di cui sopra, piacerà sicuramente a entrambe le fazioni. E’ chiaro.
Eppure, eppure…

Qualcuno potrebbe pensare che la prima appartenga di più all'horror, violento e soprannaturale, propriamente detto, mentre la seconda a un qualsiasi thriller. Basta confrontare La promessa dell'assassino di Univers con gli Zombie di Michael, ma Galerius ha riportato tutto in gioco, giustamente, con la ghost story. Senza contare che, pure King o Lovecraft, partono quasi sempre con la seconda.

Speriamo il discorso si allunghi perché "mi garba da morì".
Nekromonster
«Tsathoggua»
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MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 10:24    Oggetto:   

Io preferisco che la storia si crei piano piano, non subito azione o raba simile. E bellissimo quando dalle prime pagine te lettore riesci a pensare al dopo. Mi spiego meglio: se uno scrittore è bravo ti fa già pregustare quello che avverrà senza però dirti quasi nulla ed è il lettore che può fantasticare sulla vicenda prima che questa accada. Quindi un incipit non subito da grande azione ma che "crei" la storia per poi lasciarsi andare...
Mi piace anche il modo in cui scriveva Lovecraft (che è uno dei miei scrittori preferiti Razz ). Lui partiva quasi sempre dalla fine per poi ricostruire tutta la vicenda, se uno scrittore è bravo anche un incipit del genere funziona, eccome se funziona.
Nosferatu
«Cthulhu»
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Località: Sunnydale
MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 12:57    Oggetto:   

sicuramente la prima ipotesi! Twisted Evil
Ci Serve Una Barca Più Grossa.

Irene Vanni
«Degustatrice di Sangue» Degustatrice di Sangue
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MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 13:25    Oggetto:   

Altre due opinioni contrastanti Smile
galerius
«Fantasma» Fantasma
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Località: Luserna San Giovanni ( TO )
MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 19:51    Oggetto:   

L'argomento è senz'altro tra i più interessanti. Purtroppo non saprei sceverarlo come avrebbero fatto alcune 'firme' non più presenti su HorrorMagazine, ahinoi...e questo perchè le mie letture e la mia cultura filmica non sono così vaste. Mi rendo conto che tutti gli autori che amo procedono "a passetti", mentre non mi viene in mente alcun esempio del contrario ( esempi numerosi in altri generi, invece : fantasy, thriller, noir ). Colpa mia.
Non posso fare a meno di chiedermi se alla preferenza accordata ai due procedimenti corrisponde un 'tipo' umano differente ; gli speculativi-sognatori che preferiscono la suspence crescente da un lato, e gli attivi-rocker-sturmunddrang Mr. Green che invece scelgono la tensione immediata dall'altro. Interrogativo un po' ozioso e che forse lascia il tempo che trova, anche perchè ci sono esempi del contrario. Più che a un fatto di indole si potrebbe pensare a differenti approcci al Fantastico : chi lo vede come una forza rivoluzionaria, sovvertitrice, segno di una cattiva coscienza che emerge e spazza via l'ordine costituito amerà maggiormente la tensione, chi si interroga sulla realtà del sovrannaturale ( rivoluzionario anche questo ma in modo differente ) si sentirà più attratto da un approccio graduale, che a poco a poco mina la realtà, mina le certezze di un'epoca materialista.
E poi magari non è vero neanche questo, chissà. Altre grandi spiegazioni però al momento non mi vengono in mente.
Grazie, ragazzi !
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galerius
«Fantasma» Fantasma
Messaggi: 2672
Località: Luserna San Giovanni ( TO )
MessaggioInviato: Lun, 29 Set 2008 20:37    Oggetto:   

Scusa Irene, sposto la discussione qui, mi sembra la sezione più appropriata al suo carattere teorico-critico. Domande da scrittori è dedicato alle questioni più 'pratiche' Wink
Grazie, ragazzi !
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Univers
«Cthulhu»
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Località: Los Angeles dei precari
MessaggioInviato: Dom, 05 Ott 2008 12:36    Oggetto:   

Irene Vanni ha scritto:
[La promessa dell'assassino di Univers


Piccola correzione: 'A history of violence'. Wink

Qualche altro interessante contributo? Smile
Il sovrannaturale comprende il colore generale e l'accento, vale a dire intensità, sonorità, limpidezza, capacità di vibrazione, profondità e risonanza nello spazio e nel tempo.
uljanka
«Larva»
Messaggi: 20
MessaggioInviato: Gio, 05 Mar 2009 09:38    Oggetto:   

Suspense, ovviamente. A meno che un ipotetico splatter iniziale non sia mitigato dal sarcasmo o trasfigurato dal grottesco.
Comunque l'orrore non può ripetersi monotono di riga in riga, altrimenti diventa normalità.
Oppure semplice grand guignol... che è un'altra cosa.
diego74
«Ghoul»
Messaggi: 29
MessaggioInviato: Sab, 02 Ago 2014 11:49    Oggetto:   

Questa è interessante...

Sono un appassionato di Lovecraft, quindi il tipo di orrore che più mi piace è quello più "fantastico", meno "fisico" diciamo. Insomma lo splatter non è che mi interessi granchè. Meno mi interessa l'orrore "dall'interno", l'orrore "psicologico", quello un po' alla Stephen King, diciamo, anche se lo apprezzo. Insomma sono più per l'orrore "indefinito" o comunque in "sospeso" e "ignoto".

Partendo da questi presupposti, quindi dalla tipologia dell'orrore proposto, credo che l'incipit possa essere differente.

Nel caso dell'orrore "fantastico", quello che ha pochi appigli sulla realtà comune, sul folklore, sui racconti popolari, trovo gli incipit di Lovecraft tra i migliori in assoluto. Per esempio memorabile l'incipit de "Il richiamo di Cthulhu", ma anche mi piace molto quello de "La paura in agguato". Questo tipo di incipit crea un'atmosfera, un'anticipazione, un effetto attrattivo nel lettore credo notevole.

Altre volte una descrizione può accompagnare il lettore all'interno della storia, mi viene in mente l'inizio paesaggistico de "L'orrore di Dunwich".

In sostanza credo comunque che sia meglio avere un incipit coinvolgente e che porti il lettore già in atmosfera, senza svelare o entrare troppo nel cuore del racconto o romanzo, tranne cenni molto velati o comunque molto "alla larga". E credo che questo possa valere in generale per la letteratura horror.

L'efferatezza nell'incipit cedo sia più funzionale al thriller, andando sulla cinematografia vedi i vari Dario Argento, per esempio.

L'incipit del Richiamo di Cthulhu:

"Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell'infinito, e non era destino che navigassimo lontano. Le scienze, ciascuna tesa nella propria direzione, ci hanno finora nuociuto ben poco; ma un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà visioni talmente terrificanti della realtà, e della nostra spaventosa posizione in essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo medioevo..."

(Traduzione Newton Compton - 1993)
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