Buttato giù in un'oretta e (giuro) senza essere sotto effetto di allucinazioni da peyote
Sono inerme, steso a terra sanguinante per i tagli al volto, alle braccia e al torace, a un passo dalla morte. Eppure, invece di rivedere in un flash la mia esistenza, visualizzo solo il volto della medium, mezza decrepita con sorriso smagliante, che mi hanno affiancato in centrale per la soluzione del caso del serial killer natalizio che qualche giornalista idiota aveva soprannominato Babbo Mannaia. Beh… uno che fa a pezzi tutte le sue vittime come avrebbe dovuto chiamarsi? Nonostante il mio scetticismo, quella tizia dall’età indefinibile era riuscita in pochi giorni ad individuare il luogo dove era segregata l’ultima vittima ma il killer che mi ero ritrovato davanti una volta fatta irruzione era al di sopra di ogni sospetto: un collega col quale avevo lavorato fianco a fianco negli ultimi quindici anni. Forse per questo ero stato preso alla sprovvista e sopraffatto. E ora le parti erano invertite. Io ai suoi piedi pesto e sanguinante, lui pronto a sferrare il colpo decisivo. Il braccio alzato sta per calare la mannaia quando, anche se siamo in un capannone chiuso, ci investe una violentissima corrente d’aria fredda che mi attraversa anche le ossa, seguita da una sagoma che sembra piombare dall’alto alle spalle dell’assassino. In meno di un secondo le mie palpebre annebbiate dal sangue lo osservano svolazzare verso l’alto per poi ricadere un paio di metri più in là in una pozza di sangue con la mannaia piantata in piena fronte. Sospesa a mezz’aria, intravedo incredulo, pur con la vista offuscata ed il dolore che mi martella il cranio, su una specie di grossa ramazza, una figura addirittura familiare, non le scorgo il volto sotto il cappellaccio ma, per un breve momento, un sorriso che riconosco illumina l’oscurità .
Puoi dirti fortunato giovanotto – mi dice con voce gentile - potrai raccontare che il vecchio detto della befana che tutte le feste porta via, stavolta oltre al bello delle feste ha portato via anche il brutto.
E dopo quell’ultima parola perdo i sensi!