Il vero orrore (è retorica o tutto è relativo?)


Autore Messaggio
Dandy Rotten
«Shoggoth»
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Località: L'isola Escondida
MessaggioInviato: Sab, 27 Nov 2010 15:32    Oggetto: Il vero orrore (è retorica o tutto è relativo?)   

Ieri sera mi è capitato di guardare "Baciami ancora".
Al di là di ogni opinione su regia e trama, sulla scelta degli attori (non ho gradito vedere la Puccini al posto della Mezzogiorno, ma è opinione mia!)... dopo questo film ho faticato molto a prendere sonno! Pochissimi altri film mi hanno causato le stesse preoccupazioni: "Fragole e sangue"; "Sammie e Rosie vanno a letto", "Bleak moments"... nessuno di questi è un horror...
Se ne parlassi in giro qualcuno sarebbe capace di mandarmi in analisi, dato che quando guardo gli horror mi rilasso!
Non credo di dire nulla di nuovo se affermo che il vero orrore forse è proprio nella vita quotidiana... quale mostro, demone, vampiro, ecc... è più spaventoso del fallimento dei propri sogni? di un matrimonio fallito? di un figlio che ti rinnega? di un amico che si uccide?
Senza sprofondare nella retorica di una fiera dell'ovvio... ma... quanti di voi trovano più spaventoso un film sulla quotidianità di un film horror?

Univers
«Cthulhu»
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Località: Los Angeles dei precari
MessaggioInviato: Dom, 28 Nov 2010 14:34    Oggetto:   

Non sono quesiti senza senso, anzi... anche io credo da molto tempo ormai che il vero spavento che non ci fa dormire bene la notte è determinato da fatti reali della vita quotidiana (separazioni, sofferenze di salute, ecc.) piuttosto che da deliri di film horror di genere.
Il sovrannaturale comprende il colore generale e l'accento, vale a dire intensità, sonorità, limpidezza, capacità di vibrazione, profondità e risonanza nello spazio e nel tempo.
Mormegil Darkblade
«Dark Samurai» Dark Samurai
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MessaggioInviato: Ven, 31 Dic 2010 16:15    Oggetto:   

Quesito che definirei "classico" in ambito horror, la cui risposta è tutt'altro che semplice. Elencherò brevemente alcuni punti fondamentali, da considerare quale punto di partenza per una discussione.

1. Se una cosa spaventa o meno è del tutto personale. Questo perché ognuno di noi ha paura di cose diverse.

2. Ognuno di noi ha un modo diverso di leggere le cose. Per esempio, l'efficacia nell'incutere terrore di un film horror cambia da persona a persona. Persone che hanno paura del sangue (ad esempio quelle affette da una fobia specifica tipo sangue-iniezioni-ferite) sarebbero talmente terrorizzate solo dall'idea del film da non riuscire a entrare in sala; persone affette da delirio possono arrivare a integrare elementi del film nella loro esperienza della vita quotidiana, alimentando il delirio stesso; l'intellettuale cercherà di dare un'interpretazione filosofica e sarà più sensibile a film d'autore piuttosto che a film commerciali; un soggetto con tratti schizotipici di personalità potrebbe rimanere affascinato dagli elementi che hanno a che fare con il mistico, i tarocchi, la magia ecc...

3. L'interpretazione che ogni soggetto da alle cose varia a seconda dello stato d'animo e dell'atteggiamento con cui fronteggia determinati eventi. Per rimanere in tema film: chi va a vedere un film dell'orrore con un atteggiamento prevenuto difficilmente ne sarà spaventato; chi è stato appena lasciato dalla ragazza sarà più sensibile alle componenti sentimentali; chi va cercando un'emozione forte potrebbe trovarla mentre l'amico a fianco digerisce i pop-corn.

In generale, ciò che spaventa dipende essenzialmente dal vissuto remoto e recente della persona. L'errore che comunemente si fa, e che vedo s sta facendo anche qui, è il distinguere il film dalla vita reale. L'affermazione "la realtà fa sempre più paura della finzione" è falsa, in quanto, appunto, l'esperienza che si fa del film è assolutamente dipendente dalla vita "reale" del soggetto. Renderle indipendenti l'una dall'altra è un errore formale che impedisce la corretta interpretazione del rapporto che si instaura tra film e utente.
Dall'altro lato, bisogna ricordare che i film hanno SEMPRE un significato correlato all'esperienza che l'autore fa della propria vita reale. Essi non sono mai del tutto slegati dalla realtà, ma hanno sempre un "corrispettivo reale" ovvero la realtà di chi li ha creati, che è sempre il loro punto di origine. Qualsiasi opera, di qualsiasi tipo, rispecchia sempre porzioni della realtà di chi li ha creati.
Alberto Alamia

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Univers
«Cthulhu»
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Località: Los Angeles dei precari
MessaggioInviato: Dom, 02 Gen 2011 16:57    Oggetto:   

Mormegil Darkblade ha scritto:
L'affermazione "la realtà fa sempre più paura della finzione" è falsa, in quanto, appunto, l'esperienza che si fa del film è assolutamente dipendente dalla vita "reale" del soggetto.


Non discuto l'importanza sacra del contenuto esperienziale che c'è dietro alle interpretazioni di fatti (es. la visione di un film horror) ma credo che non sia opportuno definire nettamente falsa l'altra importanza della realtà vera (esperienza diretta).
Il sovrannaturale comprende il colore generale e l'accento, vale a dire intensità, sonorità, limpidezza, capacità di vibrazione, profondità e risonanza nello spazio e nel tempo.
Mormegil Darkblade
«Dark Samurai» Dark Samurai
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MessaggioInviato: Dom, 02 Gen 2011 18:07    Oggetto:   

Certo, l'esperienza della realtà è importante, ma tieni conto che non esiste alcuna esperienza reale pura. Ogni esperienza della realtà ha sempre inevitabilmente un contenuto interpretativo del soggetto. Esistono strutture mentali specifiche deputate al riconoscimento di ciò che effettivamente reale (ovvero deputate a quello che tecnicamente si chiama reality testing o esame di realtà). Questi processi hanno una variabilità individuale che, nei soggetti sani, rimangono entro certi limiti, ma che, per esempio, possono essere alterati nei soggetti patologici (tipicamente gli psicotici). Rimanendo però nell'ambito della normalità, il messaggio che voglio far passare è che l'esperienza della realtà ha sempre una componente soggettiva. Tant'è che l'esperienza dello stesso evento può avere effetti indifferenti su un soggetto e disastrosi su un altro.
Lo stesso succede per i film. è
È vero, l'esperienza della realtà non è priva di importanza, assolutamente. Quello che voglio dire è che la differenza tra esperienza della realtà ed esperienza della finzione non è netta ma sfumata. Inoltre, in entrambi i casi, l'effetto dell'esperienza di un determinato evento (finto o reale che sia) non può essere slegata dalla struttura psichica soggettiva, frutto del vissuto del soggetto stesso.
Alberto Alamia

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