Nuovo Canale "Metafisica dell'orrore"


Autore Messaggio
Enea
«Suppliziante»
Messaggi: 2446
Località: Milano
MessaggioInviato: Lun, 20 Mar 2006 11:42    Oggetto: Nuovo Canale "Metafisica dell'orrore"   

A grande richiesta apre un nuovo spazio di discussione per gli utenti di horror magazine.

Buon divertimento!
In girum imus nocte et consumimur igni.
Asterione
«Buono Legnani» Buono Legnani
Messaggi: 3475
Località: Crema
MessaggioInviato: Lun, 20 Mar 2006 16:29    Oggetto:   

Enea, volevo farti i complimenti pubblicamente...per il sottotitolo del canale!! Specialmente per "soliloqui" e "autoerotismo mentale"... Laughing Come dicono gli spagnoli...le solite "pajas mentales"...
Mi troverò bene in questo canale! Razz
Sean Maxhell
«Abitatore del Profondo»
Messaggi: 223
Località: Il Vostro Armadio
MessaggioInviato: Lun, 20 Mar 2006 21:01    Oggetto:   

Di cosa si dovrebbe parlare in questa sezione?
La propria libertà finisce dove comincia quella degli altri.
La libertà degli altri finisce dove comincia la MIA!
...............................(Sean Maxhell: Signore e Padrone)
Asterione
«Buono Legnani» Buono Legnani
Messaggi: 3475
Località: Crema
MessaggioInviato: Lun, 20 Mar 2006 21:08    Oggetto:   

L'oggetto del canale viene descritto nel sondaggio con lo stesso nome nella sezione OT. Comunque, vogliamo cercare di affrontare qualche discorso "serio" (metto fra virgolette, perché non vogliamo mica fare i filosofi...) su argomenti correlati ai concetti di orrore, paura, mistero...insomma ciò che caratterizza il genere che tanto amiamo. QUindi, ad esempio cosa deve stare alla base di un racconto (film o libro che sia) di paura, etc etc... Le due discussioni da poco aperte ne sono un esempio... Wink
vajmax
«Cittadino di Innsmouth»
Messaggi: 67
MessaggioInviato: Dom, 13 Set 2009 20:02    Oggetto:   

Il titolo non sarebbe appropriato, perché non c'è una metafisica dell'orrore, benché la metafisica sia un'esperienza terrificante, in sé. Essa è conseguenza della conoscenza immediata dei principi universali, nulla a che vedere con le filosofie, le quali sono mere ipotesi umane. Il dominio della metafisica è il vedere direttamente, nella certezza assoluta e spirituale, la realtà sovra temporale e causale. L'individuo ha accesso immediato a questo ordine di consapevolezza attraverso lo sguardo interiore e sovra individuale, e alla mente è solo concesso ordinare in sequenze incomunicabili ciò che è visto senza alcuna mediazione del pensiero. Per uno spettatore che osserva, muto e tremante, dentro alle penne bagnate da pollo in attesa di essere bruciacchiato dalla Verità, questa è un'esperienza mortale, almeno altrettanto di quella che sarebbe per qualcun altro che svetta nel coraggio suicida che hanno i kamikaze. Ma non c'è una "metafisica dell'orrore", c'è soltanto la paura che scompone le ginocchia di chi non si aspettava, guardando il Vero, di essere stato così pieno di poco. Questo sì che è vero terrore, come quando ci si accorge, dopo una vita di sacrifici, di essere stato solo gabbato dalla propria inadeguatezza al comprendere.
vinxblack
«Mi-Go»
Messaggi: 444
MessaggioInviato: Mer, 16 Set 2009 01:08    Oggetto:   

E quindi "filosofia" dell'orrore, oppure "estetica" dell'orrore sarebbero più indicati?
vajmax
«Cittadino di Innsmouth»
Messaggi: 67
MessaggioInviato: Mer, 16 Set 2009 07:21    Oggetto:   

Sì, perché costituiscono delle possibilità di interpretazione umana, mentre la metafisica è un conoscere sovra individuale, al quale solo rarissimi individui qualificati hanno accesso, per la volontà trascendente che decide possano "vedere" nell'immediatezza sovra temporale. Non significa "santità" né "dannazione", perché quello metafisico è un vedere oltre la dualità, nella radice unica che è la sua sintesi.
L'orrore rappresenta, nel mondo, un'estremità della possibilità inferiore riservata al soffrire, e questo dolore incontrollabile è il riflesso, quindi è capovolto verso il basso delle possibilità, della necessità di sviluppare e affinare la propria consapevolezza, la quale si rivolge alla verticale orientata verso l'alto della manifestazione della realtà, o verso il basso della realizzazione superficiale. A questo orientarsi è funzionale il male, in questo conoscere si può trasformare, mutandosi in un bene o in una tragedia. La conoscenza metafisica non è mai imposta, sempre all'iniziato è riservata la scelta, verso l'alto o il basso delle proprie intenzioni; poiché l'Assoluto sa delle qualificazioni individuali, per queste decide di aprire lo sguardo interiore all'individuo, che lo metterà in comunicazione con gli strati superiori di sé, ma essendo assoluto, il Mistero senza nome è anche Libertà assoluta, e pur potendo tutto non può contraddire se stesso. Non si deve dimenticare che la ciclicità è il modulo dell'essere, e qualunque sia la scelta che quest'essere fa... sempre al Centro si trova il suo destino.
vajmax
«Cittadino di Innsmouth»
Messaggi: 67
MessaggioInviato: Mer, 16 Set 2009 08:24    Oggetto: Dio e il male   

Non sarà inutile pubblicare questo mio stringato studio sulla relazione causale tra ciò che è chiamato dagli uomini "Dio" e la possibilità, che è anche necessità, del male. Non un solo concetto, dell'esposizione che segue, mi appartiene, perché costituisce una scheggia della conoscenza metafisica e universale che umana non è. Mia è solo la scelta, opinabile, dei termini usati per poterne descrivere il suo lato comunicabile, e il modo di espressione, anche questo discutibile a causa dei limiti impliciti alla mia modesta intelligenza individuale (e non sto facendo della ipocrita e falsa modestia, perché quando parlo di questo ordine di realtà sono costretto, da me stesso, a dire il vero).

Dio e il male


Il problema che voglio affrontare riguarda la relazione nella quale si trova l’aspetto personale della Realtà che chiamiamo Dio, e il male che affligge il mondo.
Ne voglio parlare perché ho visto che quando le persone soffrono, o vedono gli altri soffrire, si chiedono il perché Dio non interviene a che questo male cessi.
Dal punto di vista umano ci pare assurdo che Dio possa eliminare il male e non lo faccia o, ancora più assurdo, che lo voglia fare, ma che non possa farlo. Perché sappiamo che Lui è Onnipotente e Misericordioso.
La questione, che ci colpisce così da vicino, riguarda il fatto che il male è una condizione relativa e non assoluta. Quello che chiamiamo "male" è quella realtà che consente al Bene di essere, attraverso una relazione di lotta che ha, come scopo finale, lo stesso scopo dell'esistere. Questo fine è la Conoscenza di sé e della realtà, la quale ci circonda e contiene con i suoi principi, e la conseguente attuazione, nella propria esistenza, dei valori che si sono così conosciuti. Il male relativo al bene e il bene relativo al male ci permettono di vivere, ed entrambi sono la conseguenza delle Leggi che Dio emana nell'esistenza e che sono il Suo riflesso, capovolto come tutti i riflessi.
Ora occorre precisare che l'Onnipotenza di Dio non può annullare ciò che Dio è, inoltre, se si vuole essere rigorosi al Principio che Lui rappresenta, bisogna dire anche che ciò che chiamiamo Dio "è" più dell'esistere oltre al fatto che, essendo Lui il principio dell'esistenza, proprio per questo non partecipa direttamente all'esistenza come, anche nella realtà relativa, nessuna causa partecipa ai suoi propri effetti.
E Dio, che è Libertà totale, Potenza e Atto indissolubilmente uniti irradia, nella realtà relativa, la propria Unità che, nel relativo riflesso, da Immobilità Centrale diviene movimento, da Unicità diventa molteplicità, il sopra necessita del sotto, il dentro del fuori, il superiore dell'inferiore. Il Bene diviene così relativo e, per questa ragione, conterrà il male come una possibilità di essere, e il male, a sua volta, conterrà il germe del bene. Ognuno dei due potrà trasformarsi quindi nell'altro, come il giorno si trasforma nella notte e la notte nel giorno, e questo perché nel giorno è già presente, in potenza, la notte e viceversa nella notte c'è l'embrione della luce. Noi viviamo perché il battito del nostro cuore segue la stessa legge: sistole e diastole sono il nome che noi diamo alle fasi cardiache di questa alternanza. Camminiamo nella stessa armonia di equilibri, muovendo in avanti il piede destro insieme alla mano sinistra e lasciando indietro il piede sinistro e la mano destra. Respiriamo inspirando ed espirando, vegliamo e dormiamo per lo stesso principio. Naturalmente, questa stessa legge comprende e la regola, e l’eccezione a questa regola, entrambe poi si ricompongono nell’Unità dalla quale provengono e alla quale ritornano nel movimento ciclico che è il modulo d’espressione di tutto l’universo manifestato e anche di ciò che manifestato non è. E questa alternanza è legge Divina, che origina e permette la vita intera. Dio può eliminare un male, ma non tutto il male perché, se lo facesse, tutta l'esistenza cesserebbe di avere un fine e si ritirerebbe nella sua Causa, che è Dio stesso. E noi cesseremmo di avere un motivo per esistere e rimarremmo chiusi nella potenzialità dell'imperfezione che è contenuta nella Perfezione.
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