Nuovi misteri avvolgono il castello Montebello!


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Adres_DC
Segugio di Tindalos
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MessaggioInviato: Mar, 07 Apr 2009 00:10    Oggetto: Nuovi misteri avvolgono il castello Montebello!   

Molti di Voi ricorderanno il castello di Montebello, il poccolo borgo nel comune di Torriana in provincia di Rimini, il castello del fantasmi di azzurrina per voler essere più chiari. Se ben ricordate avevo aperto una discussione in cui parlavo dell'argomento. Sembra però che il fantasmi di azzurrina non sia l'unico evento paranormale legato al castello, infatti ce ne sono ben altri! Ne ho sentito parlae alcuni giorni fa, così mi sono documentato, e ho scovato un interessantissimo articolo:

Saloni misteriosi

La prima sala del castello è il salone centrale delle feste (o almeno si pensa che sia stato questo il suo uso). La sala, come tantissime altre all’interno del castello, è stata ristrutturata; infatti sono presenti dei soppalchi aggiunti negli anni settanta; anche se è probabile che fossero presenti anche prima. Artisti e giocolieri avevano il compito di intrattenere i signori presenti nella sala. Al centro si nota subito un grande tavolo in rovere del primo ‘800. La sua forma è detta a pipistrello, poiché è provvista di due lati pieghevoli che ricordano la forma di questo animale. Secondo medium e sensitivi questa è la stanza con la maggiore concentrazione di energia, perché sotto questa ve ne sono altre, ancora oggi chiuse, che sembra nascondano, sempre secondo loro, incredibili misteri. L’energia di quel periodo è quindi ancora racchiusa tra quelle mura, inviolata. Nel tavolo di cui si parlava sono state svolte numerose sedute medianiche, con medium mandati dal CSP (centro studi parapsicologi di Bologna); durante una di queste sedute, nel 1995, il tavolo si alzò di oltre 50 cm. L’evento venne filmato, così come veniva ripresa ogni seduta. I medium che partecipavano a queste sedute raccontavano di riuscire a mettersi in contatto con le energie di coloro che avevano avuto una morte violenta (se questo fosse vIl borgo Medioevaleero le energie presenti nel castello dovrebbero essere numerosissime, dato che fu sede di svariate battaglie). La sala che viene successivamente mostrata è decisamente più piccola, ma non per questo meno suggestiva. Anche a questo ambiente è legata una storia particolare, vissuta in prima persona da un guardiano del castello. Secondo quanto viene raccontato, il venerdì santo del 1993, mentre il guardiano si apprestava a passare l’aspirapolvere nella sala, e dalla finestra penetrava solo poca luce (dato il cielo nuvoloso), gli sembrò che qualcosa fosse nella stanza. Inizialmente egli non prestò attenzione e continuò il suo lavoro; ma ad uno sguardo più attento notò qualcosa di molto particolare: una figura femminile, dalla trasparenza notevole, con i piedi appoggiati sul soppalco. I lunghi capelli della figura quasi poggiavano a terra, ma stranamente la veste era perfettamente aderente al corpo. Ciò che ci permette di credere che quanto l’uomo racconta non sia solo frutto della sua immaginazione, sono delle impronte di piccoli piedi che tutt’oggi si possono vedere nel soppalco. Una trentina di impronte bianche di un piede che calza un 34-35; sfortunatamente queste impronte vanno diventando sempre meno visibili. Queste sono riapparse anche dopo che la direzione del castello ha deciso di ripulire queste impronte che destavano lo stupore e la curiosità dei visitatori. Ma dopo la quarta volta che queste venivano cancellate, e dopo il loro puntuale riapparire, si decise di non tentare più di “nasconderle”. Ovviamente non mancano i tentativi di spiegare scientificamente tutto ciò: la spiegazione che si fornisce è che esistono dei particolari tipi di legno con una attività di spurgo molto lenta. Quindi, secondo questa spiegazione, quelle impronte, apparterebbero a coloro che restaurarono il soppalco dopo che questo fu danneggiato durante l’ultimo conflitto mondiale (a causa del bombardamento aereo inglese nel tentativo di sconfiggere le truppe tedesche che avevano insediato il castello). Coloro che non accettano questa spiegazione fanno però notare piccoli particolari che, secondo loro, escludono questa soluzione per loro assurda: come può un operaio avere la misura dei piedi che corrisponda ad un 34-35? Questa è la dimensione di un piede di bimbo e non di un uomo. Inoltre le impronte seguono un preciso ordine, l’ordine di una camminata, e non sono distribuiti a caso. Ed infine, osservando attentamente una delle poche impronte ancora visibili, si nota come questa sia disposta tra due assi, e non solo su una. Come possono gli operai aver montato le assi nello stesso ordine della loro camminata, ed in più senza neanche vedere le loro stesse impronte (poiché queste sono apparse solo dopo il lento spurgo del particolare legno)?

La tavola islamica

Proseguendo la visita vi troverete in una stanza famosa per la tavola islamica li esposta. Le guide raccontano che non capita di rado che ancor prima di entrare, nella soglia della stanza, molte persone avvertono una strana sensazione: alcuni svengono, altri hanno l’impressione di sapere già cosa ci sia, altri ancora si rifiutano di sostare nella stanza e passano veloci per discendere le scale che portano poi ad uno dagli ultimi ambienti visitabili. E tutto questo è dato dalla presenza di questa tavola che sprigiona, secondo alcuni, una fortissima energia negativa. Cominciamo a parlare del cassone che fa come da “piedistallo” alla tavola. Il cassone è un veneziano del seicento, al quale è stato Foto realizzata dallo Staff durante una recente visita al Castellofissato un dorsale. A dire il vero il dorsale ed il cassone sono due elementi distinti. Ma volendo essere ancor più precisi, dovremmo dire che più che di un dorsale, si dovrebbe parlare di una tavola islamica del XII Sec, portato da uno della famiglia dei Guidi di ritorno dalla prima Crociata. Era stato portato al Castello come bottino di guerra, ma chi lo portava non aveva idea della ricca simbologia esoterica che vi era impressa. Secondo gli psicometristi (coloro che venendo a contatto con un oggetto riescono a ricostruire la sua storia), tale oggetto non dovrebbe neanche essere esposte al pubblico, data la sua enorme carica di energia anche a distanza di mille anni. Tre colori predominano la tavola: il verde di pomi sacri, il rosso di un cielo pieno di stelle d’oro, e l’oro di un baldacchino che racchiude il giardino dell’eden islamico. Il verde dei pomi sacri… il frutto proibito (secondo la cultura cristiana è la mela, mentre per quella islamica è il melograno), in due vasi bicromi quasi simmetrici (ricordiamo che la simmetria è una caratteristica della cultura islamica: ciò che è da una parte è anche dall’altra). Quattro pavoni dalle ali chiuse, anch’essi speculari, quindi otto. Il rosso del cielo…un cielo durante il tramonto, il momento in cui venivano compiuti i riti sacrificali. Ma soprattutto l’oro… l’oro di un baldacchino che racchiude il giardino dell’eden islamico, con al centro una figura femminile. Assolutamente eretico e blasfemo per il corano e l’islam (poiché era vietata la rappresentazione antropomorfa); nei dipinti islamici infatti non possono essere rappresentati animali, uomini o donne. Nella tavola è rappresentata una donna, e per di più in evidente stato di gravidanza. Osservando bene la figura femminile si nota che qualcosa non va nella sua posizione. Le sue gambe sono infatti rovesciate e per di più i suoi piedi sono incrociati; questa posizione impediva il parto. Pare che la tavola servisse per la regolamentazione delle nascite ed era appartenuta a tribù eretiche, che per motivi di sopravvivenza (per le scarse scorte d’acqua e cibo) limitavano le nascite. Per legge non poteva nascere più di un certo numero di bambini in un anno, e se questo non veniva rispettato i bambini semplicemente non nascevano…poiché alle prime doglie la donna veniva fatta stendere sulla tavola, con le gambe rovesciate e le caviglie legate. Alle prime contrazioni il bambino urtava il proprio cranio contro le gambe della madre e moriva. Ma il sacrificio umano che si compieva era duplice, poiché anche la madre moriva; dopo ore e ore di travaglio moriva dissanguata. La giusta punizione, secondo questa tribù, per chi trasgrediva le leggi. Ed è per questo motivo che, per gli psicometristi, la tavola non dovrebbe essere esposta al pubblico…perché la violenza di quei sacrifici umani sembra esser rimasta impressa in quella tavola. La vita e la morte, sopra la tavola, si rincorrono continuamente: la bicromia dei vasi, bianco e nero… giorno e notte, vita e morte; i pavoni che generalmente esprimono regalità, ma che qui si trovano ad ali chiuse; ma soprattutto una donna gravida che è la vita che continua, ed il suo sacrificio sulla tavola che è la morte. Il viso della donna appare calmo, come se fosse ben poco quIl borgo Medioevaleello che gli sta accadendo. Nella tavola è anche riportato il numero del diavolo: il sei; lo si vede al collo della donna, che indossa una collana di sei perle rosse con un pendente. Osservando bene il piccolo ciondolo si nota che questo non è altro che un cuore trafitto. Ma la freccia dell’angioletto quella che trafigge il ciondolo della donna, poiché la direzione è opposta. La piccola figura angelica, così come il manto rosso che copre la nudità della donna, sono elementi aggiunti successivamente. La tavola era considerata blasfema anche per il credo cristiano, ed i Guidi, in possesso di tale oggetto, erano alleati con il Papa. Dalla chiesa avevano ricevuto numerose terre e possedimenti, grazie al contributo che avevano offerto per la vittoria sui Malatesta. Se fossero stati scoperti con questo oggetto sarebbero stati messi tutti al rogo, e tutto il castello messo a ferro e fuoco. I colori della tavola sono molto accesi, questo perché per secoli e stata chiusa, e, attorno al 1600, fissata al dorsale di quel cassone (con l’aggiunta di qualche elemento). In questo modo, se capitava un personaggio scomodo nel castello, il cassone veniva richiuso ed appariva come un semplice arredo del castello. Ma una delle figure più emblematiche della tavola è il cerchio posto al di sopra del baldacchino. Un cerchio che sembra racchiudere tutto un mondo e tutta la cultura islamica.

Torture

L’ultimo ambiente visitabile è la prigione del castello: alta un metro e quaranta, era il luogo ove il prigioniero veniva “incaprettato“ (ovvero gli venivano legarti le caviglie ed il collo con una corda unica). Questo veniva fatto far rispettare la legge che vigeva in quel periodo: era infatti vietava la condanna a morte; quindi il castellano ideò questa tortura per portare i carcerati al suicidio. Nessuno resisteva più di 5 giorni; impazzivano tra i loro escrementi, nel freddo, in quel buco dove entrava poca aria, con topi ed altri insetti gettati dai loro stessi carcerieri. Il suicidio avveniva semplicemente stendendo le gambe, o dando testate contro le rocce che spuntavano dal muro. Anche qui non poche persone raccontano di provare sensazioni forti legate proprio a quel luogo in cui sono avvenute tante morti violente.


Fonte: www.daltramontoallalba.it
"Mira la terra e il suo tempo sotto di te, la danza del mondo attorno ad un re, e l'eterno silenzio di chi è qui con me, ne vivo ne morto ma fermo nel sè."
Nekromonster
Tsathoggua
Messaggi: 1274
Località: Bassano del Grappa (VI)
MessaggioInviato: Ven, 10 Apr 2009 14:10    Oggetto:   

Veramente interessante! Razz
Univers
Cthulhu
Messaggi: 4284
Località: Los Angeles dei precari
MessaggioInviato: Dom, 12 Apr 2009 13:21    Oggetto:   

Altro bel contributo, mi ha impressionato la parte della tortura, davvero micidiale, il passato storico ce ne ha insegnate molte di terribili.
Veri e propri supplizi che oggi forse un tantino servirebbero per alcuni mostri/serial killer/pedofili/violentatori...
Il sovrannaturale comprende il colore generale e l'accento, vale a dire intensità, sonorità, limpidezza, capacità di vibrazione, profondità e risonanza nello spazio e nel tempo.
Adres_DC
Segugio di Tindalos
Messaggi: 187
Località: Rimini
MessaggioInviato: Dom, 12 Apr 2009 18:34    Oggetto:   

Univers ha scritto:
Altro bel contributo, mi ha impressionato la parte della tortura, davvero micidiale, il passato storico ce ne ha insegnate molte di terribili.
Veri e propri supplizi che oggi forse un tantino servirebbero per alcuni mostri/serial killer/pedofili/violentatori...


se ti interessa sullo steso site c'è una grande sezione dedicata alle torture, alcuni di esse, sopratutto quelle adatate dall'inquisizione sono particolarmente disumane.
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